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In Italia 13mila minori senza un tetto

Ott 24, 2023 | Uncategorized

Il rapporto di Save The Children. A Milano 1.700 minori non hanno una casa

In Italia ci sono quasi 13 mila minori senza casa o senza fissa dimora e due su tre fra loro si concentrano nelle aree metropolitane. È uno dei dati più eclatanti che arriva dal nuovo dossier di Save the Children “Fare spazio alla crescita  ” che si occupa dei bambini e degli adolescenti che vivono nelle periferie delle grandi città. Lo studio mette in evidenza la distribuzione dei minori e le disuguaglianze, economiche ed educative, che riguardano la loro vita nelle 14 città metropolitane in Italia.

Dei 12.793 minori senza tetto o senza fissa dimora che vivono in Italia, 8.163 (il 63,8%) si trovano nelle città metropolitane. E di questi, il 76% si concentra nelle sole aree di MilanoNapoli e Roma (rispettivamente: 1.697, 1.113 e 3.375 minori).

A questo si aggiunge un altro dato: 2 minori su 5 vivono in un’abitazione sovraffollata.

In tutto, quasi 3 milioni e 800 mila bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni in Italia vivono in città metropolitane, e per la maggior parte nei quartieri svantaggiati e privi di spazi, stimoli e opportunità per crescere.

Milano e provincia, millesettecento bambini e ragazzi, da 0 a 19 anni, non hanno un tetto sopra la testa. Vivono, insieme alle loro famiglie, in condizioni di grandissima precarietà abitativa. Si arrangiano, quando trovano, adattandosi ad abitare temporaneamente in alloggi sovraffollati, ospiti di conoscenti. Oppure dormono in auto, in camper, nei casi limite in baracche e alloggi di fortuna. Tra gli adolescenti, c’è chi finisce in strada, nelle fila della già folta comunità degli «invisibili», i clochard.

Ma l’abitare non è l’unico problema. Anche nascere e crescere in un quartiere di Milano invece che in un altro può aprire scenari diversi e grandi disuguaglianze nel futuro di un bambino. Non tutte le zone offrono gli stessi spazi, stimoli e opportunità per crescere. Lo racconta il rapporto «Fare spazio alla crescita», diffuso da Save the Children in occasione del lancio della nuova campagna «Qui vivo», accompagnata anche da una petizione (su savethechildren.it/quivivo

Il report analizza 14 città metropolitane, dove maggiore è la presenza di bambini e adolescenti. In questi contesti l’organizzazione vuole realizzare un programma a lungo termine di innovazione sociale delle periferie. A Milano, la classifica dei quartieri misurati in base all’indice di «svantaggio educativo» vede in testa il Municipio 7, l’area di Forze Armate, San Siro e Baggio: qui il 36,2% dei residenti ha solo la licenza media e il 31 per cento delle persone tra i 15 e i 65 anni è disoccupata. Ma è proprio in questa zona che vive il 17,6 per cento dei ragazzi milanesi tra zero e 19 anni. Seguono, per indice di svantaggio, Porta Ticinese, Vigentino e Gratosoglio e Porta Volta, Fiera, Gallaratese e Quarto Oggiaro. Anche nella zona fra Porta Nuova, Bovisa, Niguarda e Fulvio Testi è alta la percentuale di chi non va oltre la terza media (37 per cento).

Il rapporto valuta anche l’offerta scolastica. Mentre a livello nazionale il 42% delle scuole primarie possiede una mensa, a Milano sono il 40,3%. A Firenze si arriva all’86,2 per cento. La nostra città è però virtuosa nell’accesso al tempo pieno alla scuola primaria: l’87,8 per cento delle classi lo offre. Un dato negativo è invece l’accessibilità per i minori disabili: solo il 36,4 per cento degli edifici scolastici ha rampe di accesso. Nuove opportunità potrebbero arrivare poi dal riutilizzo degli spazi confiscati alla mafia: nel Milanese sono 889, solo 19 destinati ai piccoli.

«Le periferie oggi sono le vere città dei bambini perché è lì che vive la maggior parte di loro, ma spesso non offrono spazi, stimoli e opportunità, alimentando invece isolamento e marginalità. Nel nostro lavoro in questi contesti, ci troviamo spesso a dialogare con ragazze e ragazzi pieni di risorse e talento, che si sentono traditi dagli adulti – sottolinea Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children -. Con la campagna e il programma di innovazione sociale puntiamo a valorizzare in positivo la partecipazione e il protagonismo di bambine, bambini e adolescenti, loro sono la migliore risorsa per la rigenerazione e il futuro dei luoghi che abitano».

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