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  “La libertà è terapeutica”

Nov 27, 2023 | Uncategorized

Riflessioni sul rapporto tra disabilità ed autonomia al Centro Diurno per Disabili di Pieve Emanuele

Nel periodo trascorso presso il Centro Diurno Disabili di Pieve Emanuele (MI) sono emerse molteplici suggestioni che ritengo opportuno trovino spazio nella cornice di un dibattito dall’ampio respiro. Grazie agli strumenti d’indagine relativi alla mia mansione da antropologo all’interno dell’équipe del CDD, l’osservazione partecipante mi ha permesso di analizzare il vissuto quotidiano del Centro e di soppesare determinate questioni. Esistono ancora zone d’ombra nell’attuale panorama relativo alle norme e alle pratiche atte a tutelare le persone con disabilità e, sebbene dalla Legge Basaglia siano stati compiuti importanti quanto decisivi passi in avanti, è mia intenzione proseguire quel ciclo di incontri inaugurato il 25 novembre 2021 presso la sede del CDD1.

 In questa sede tratterò i temi principali proposti ai relatori, in modo che ne derivi una proficua discussione alla quale possano partecipare non solo le famiglie dei nostri beneficiari, ma anche personalità del mondo dell’informazione, della cultura, dello sport e dello spettacolo. – Il primo riguarda l’istituzionalizzazione della disabilità: le “Linee guida sulla deistituzionalizzazione, anche in caso di emergenza”2 , pubblicato dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, palesano lo scopo di sostenere i governi nazionali al fine di realizzare tanto l’indipendenza abitativa delle persone con disabilità quanto la loro inclusione sociale, oltre a pianificare e facilitare i processi di deistituzionalizzazione. Riporto a tal proposito l’illuminante analisi del centro di ricerca “Informare un´H”: ‘L’istituzionalizzazione è una pratica discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità contraria a diversi princìpi sanciti dalla Convenzione ONU: quello di “Uguaglianza e non discriminazione” (articolo 5), l’“Uguale riconoscimento dinanzi alla legge” (articolo 12), giacché implica che alle persone con disabilità venga negata la capacità legale (che comprende la capacità giuridica e quella di agire), la “Libertà e sicurezza della persona” (articolo 14), visto che comporta la detenzione e la privazione della libertà sulla base della menomazione.

Per questi motivi le Linee guida chiedono agli Stati parti di riconoscere l’istituzionalizzazione come una forma di violenza contro le persone con disabilità. Infatti, oltre ad esporre le persone con disabilità alla somministrazione di farmaci e ad altri interventi sanitari senza il loro consenso libero, preventivo e informato, l’istituzionalizzazione contraddice il diritto delle persone con disabilità a vivere in modo indipendente e ad essere incluse nella comunità (articolo 19).

Appare chiaro che la discussione verterà anche su cosa effettivamente sia un istituto e sulla necessità di coinvolgere persone con disabilità, e le relative associazioni, nei processi di deistituzionalizzazione.

 Il secondo ha come tema cardine la differenza tra normalità, disabilità e handicap, secondo quanto riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Fermo restando che la disabilità rappresenti una condizione dovuta ad una menomazione fisica e/o mentale, mentre l’handicap sia la conseguenza che la disabilità ha a livello sociale, sussistono ancora difficoltà nel definire i parametri che tengano conto della condizione di salute fisica e mentale, le diverse tipologie di disabilità, la condizione di svantaggio sociale e dunque le caratteristiche culturali che ogni contesto emico attribuisce alla disabilità. l’eccessiva omologazione di categorie soggette all’interpretazione, che ciascuna comunità, nazione o collettività attribuisce al tema della disabilità, può infatti condurre a semplificazioni e a mistificazioni: ciò inevitabilmente contribuisce a rendere il disabile non più un individuo portatore di una condizione unica e singolare, derivata maggiormente dal suo percorso esistenziale che dalla sua situazione attuale, quanto un membro meramente appartenente ad una categoria rigidamente definita.

Il terzo insiste sulla cronicità della disabilità e sui rischi derivanti dalla reiterazione di modelli comportamentali ed esistenziali, tanto da parte del disabile, quanto da parte della famiglia d’appartenenza.

Occorre infatti distinguere prudentemente tra i fattori determinanti della disabilità, che possono essere biologici, funzionali, personali e/o culturali, nel tentare un approccio interdisciplinare che prenda in considerazione la complessità dell’esperienza della persona con una o più disabilità. Verrà concesso ampio dibattito ai rischi relativi alla gestione, su piani separati e non intersecabili, delle diverse condizioni morbose, anche ambientali, che la determinano. In seguito alla condivisione con le dott.sse Eleonora Parzini e Giulia Bozzone, abbiamo pensato di suddividere il Convegno in tre giornate distinte, ognuna dedicata ad un piano temporale.

Il primo incontro verterà sul tema della Istituzionalizzazione della disabilità (Passato), il secondo sulla Differenza tra normalità, disabilità e handicap (Presente), il terzo Cronicità della disabilità (Futuro). Il primo incontro è stato fissato il giorno 29 novembre, dalle ore 17:30 alle 19:30 Il secondo si terrà il 31 gennaio, nel medesimo orario. Il terzo si terrà il 27 marzo, nel medesimo orario. Al termine di ogni incontro si terrà un rinfresco aperto a tutti predisposto da Pieve Insieme.

Primo Incontro

Il 29 novembre verrà introdotto il ciclo di dibattiti, presentato il CDD e avrà come tema cardine la Deistituzionalizzazione della disabilità.

Con Piero Costanzo, Sindaco di Pieve Emanuele, e Margherita Mazzuoccolo, Assessore alle Politiche Sociali di Pieve Emanuele – Apertura e Ringraziamenti – Eleonora Parzini e Giulia Bozzone: presentazione del CDD, obiettivi e progetti – Il Balzo: Liliana Formenti -Solidarietà e Servizi: Simona De Alberti – Un Nuovo Dono: Eligio Gatti – Proiezione di disegni e pensieri scelti dai beneficiari – Seguirà rinfresco

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