Maledetti Ottentotti

Mar 1, 2024 | Opinioni

di Daniele De Luca

“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù” ma non per la censura inglese. Per meglio dire, non al BBFC. il British Board of Film Classification, che a ben 60 anni dalla uscita di “Mary Poppins” in tutte le sale mondiali, ha stabilito che la pellicola è adatta a bambini di anni 12 purché accompagnati dai genitori. La motivazione: “contiene un linguaggio discriminatorio”.

Il passaggio incriminato riguarda appunto il termine ottentotti per definire gli spazzacamini, grandi protagonisti del film. A quei tempi, quando la Regina Elisabetta era ancora poco più che trentenne mentre i Beatles avevano da pochissimo lasciato Liverpool per andare a conquistare il mondo, quel termine veniva infatti rozzamente utilizzato per indicare i popoli nomadi dell’Africa meridionale.

Non ci è dato sapere (tantomeno vogliamo saperlo) come venissero definiti gli omosessuali nello slang popolare della suburbia britannica o altre ‘categorie’ sociali.  

Nel film l’ammiraglio Boom, veterano della Marina che pensa di essere ancora al comando di una nave, usa la parola incriminata due volte. E così il film del 1964 diretto dal regista Robert Stevenson è stato dunque riclassificato da “U”, che sta per “universal” (per tutti) a “PG”, per “parental guidance” (con la presenza di un adulto per un minore di 12 anni). C’è da aspettarsi dunque che i genitori britannici, in quel passaggio del film, diano ampie spiegazioni alla creatura di turno spiegandogli che “questa è una brutta parola che non si usa più”.

E dunque ci aspettiamo che la stessa cosa accada per decine di film western dove i nativi americani parlano sempre utilizzando verbi all’infinito, per non parlare di ‘Via col Vento’ dove i neri a malapena riescono a mettere insieme due frasi di fila. Oppure in altrettante decine di film di guerra dove i soldati della Wermacht hanno un quoziente intellettivo paragonabile a quello di un bonobo.

Ma soprattutto, perché mai la presenza di un adulto dovrebbe garantire che il ‘bambino’ (i dodicenni di oggi sono tutto fuorché bambini) assorba in maniera corretta il ‘messaggio’? A ripensarci oggi, le fiabe dei fratelli Grimm sono qualcosa di assolutamente spaventoso, raccontano storie terrificanti. Eppure a nessuno è venuto in mente di censurarle anche perché in genere è il genitore che le racconta al bambino.

E allora il punto è proprio questo: il diritto del bambino o della bambina a poter viaggiare in mondi scomodi senza per questo assorbire o legittimare parole o concetti superati, vecchi, discriminanti, perfino violenti.

In quanti casi chi è nato negli anni settanta ha visto film o contenuti per definizione ‘politicamente scorretti’? Eppure se Banfi dava del ‘ricchione’ a qualcuno questo non implicava l’accettazione del termine, anzi. Proprio l’eccesso, l’enfasi, la stessa parodia che il personaggio volgare faceva di se stesso a rendere quel termine palesemente inadeguato e, appunto, ‘volgare’.

Il Giudizio Universale di Michelangelo con i nudi ricoperti da Daniele da Volterra nel 1564, in piena controriforma. Per quel motivo il pittore da allora è noto come il “Braghettone”.

Chi ha stabilito che in ogni passaggio un bambino debba per forza essere ‘assistito’ e non invece a volte messo davanti alla contraddizione tra ‘antico’ e ‘moderno’? Siamo sicuri che non sia in grado di  poter giudicare da solo?

Le opere d’arte, qualsiasi esse siano, non possono e non devono essere modificate in base alle mutevoli sensibilità del tempo. Alcune fiabe si eliminano da sole e oggi farebbero ridere, così come alcuni film, così come sarebbe folle coprire i nudi di alcuni quadri del Rinascimento.

L’avviso di visione con accompagnamento serve solo ai grandi per lavarsi la coscienza, ma non ha alcun senso nel mondo dei bambini. Serve solo a una società che fu impero coloniale e schiavista a lavarsi la coscienza.

I personaggi letterari hanno il diritto di parlare in maniera scorretta, perché non rispecchiano necessariamente le intenzioni dell’autore o dello spettatore. Vivono in quel momento, ghiacciato dal tempo e dalla pellicola. Lasciate che i bambini vadano a loro con la loro testa e la loro sensibilità.

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