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Violenza di genere, giovani e adolescenti

Nov 24, 2023 | Uncategorized

Accettare la contraddizione, in modo tollerante ma anche costruttivo, significa percepire come possono co-esistere istanze diverse dentro di noi

Nelle generazioni di adolescenti e giovani di questo periodo storico temi come l’autodeterminazione, la libertà individuale, sia intesa nei termini del diritto, sia intesa nei termini di comportamenti, nei termini affettivi e emotivi, sono estremamente attuali e trovano grande spazio sugli strumenti di comunicazione di massa di queste fasce di età (in particolare TikTok e Instagram).

Se da una parte gli adolescenti hanno, da età molto precoce, approcciato a temi quali la libertà nelle relazioni e l’uguaglianza tra esse, dall’altra sono arrivati a queste posizioni e credenze in modo fortemente autodidatta, anche per la posizione e predisposizione su questi argomenti delle generazioni precedenti; al contempo, l’attenzione è fortemente concentrata sul ‘contenitore’, con il quale vengono portate, e meno sul contenuto e le ragioni di esso.

La complessità di queste tematiche viene infatti passata mediante contenuti generalisti, accattivanti sì, ma certamente, per le tempistiche tipiche dei social e la modalità di narrazione di esse, non in grado di arrivare all’essenza, non in grado di favorire realmente un’interiorizzazione e un cambiamento.

Nella forma, quindi, sono stati sdoganati tanti temi: argomentazioni fortemente liberali riguardo ai diritti hanno trovato spazio, ma che più che a reali e intrinseci cambiamenti culturali hanno portato a togliere alcune etichette discriminatorie.

Questo appare certamente un buon primo passo, ma non sufficiente, sia perché la sociologia ci spiega come da sempre un paradigma culturale abbia necessità di essere sostituito da un altro per radicarsi sia perché tematiche così complesse presentate in modo semplicistico provocano una forte polarizzazione. E si sa che, per caratteristiche di età, adolescenti e giovani sono altamente soggetti al fenomeno degli estremismi e delle polarizzazioni.

A questo proposito si potrebbero fare infinità di esempi: una cultura giovanile che valorizza un machismo superficiale e una sottomissione, sessuale e non solo, della donna; esasperazione e idolatrazione di modalità d’amore che si incentrano sul controllo e sul possesso.

Quello che rende molto pervasive certe argomentazioni tra gli adolescenti e giovani sono proprio l’estremo che rappresentano, che associa ad una grande identificazione una portata emotiva molto forte.

Inoltre i social hanno reso fruibile e facile tanto la produzione quanto la fruizione di questi contenuti che resi semplici permettono a tutti di avere l’illusione di conoscerli e possederli.

Le odierne generazioni di adolescenti si ritrovano quindi davanti alla sfida di unire a questo processo di ‘rimozione dei preconcetti’ e di libertà comunicativa a libero accesso alla necessità assoluta di rendersi consapevoli, di approfondire e di accettare la contraddizione che sta dentro ognuno di noi, soprattutto gli adulti.

Accettare la contraddizione, in modo tollerante ma anche costruttivo, significa percepire come possono co-esistere istanze diverse dentro di noi e che queste istanze hanno dei chiaro-scuri importanti: ignorarle sia in noi che negli altri non è una buona chiave di approccio proprio perché le dimensioni esistono e co-esistono anche senza che vengano esplicitate, ed anzi trovano un humus di rafforzamento nella sottovalutazione e non comprensione.

A fare da raccordo ad un lavoro di accettazione e comprensione c’è sicuramente un intervento rispetto alla promozione ‘del prendersi a cuore le cose’ che, come nelle relazioni affettive, passa per la cura e l’attenzione e non il controllo e il possesso, nella società deve necessariamente passare per il non rimuovere lo sguardo e l’ascolto da ciò che crea un problema, anche fosse a qualcun altro. I fatti di cronaca, per certi versi, costringono a pensare che quel qualcun altro, potrebbe essere chiunque, un vicino, un parente, un amico.  Si rende necessario ripartire dalla cultura delle collettività, superando il concetto di attribuzione e di possesso, equiparando tutti, un domani, nel poter essere vittime, ma anche nell’essere coloro che una vittima l’hanno evitata.

La risposta collettiva e la problematizzazione autentica e libera da pregiudizi si rende necessaria per trovare delle risposte a fenomeni così complessi, che impattano però fortemente la vita quotidiana: il problema della violenza nelle relazioni è un problema collettivo, che necessita di risposte che coinvolgono la collettività nel suo insieme, la famiglia, la scuola, gli spazi di condivisione dei ragazzi, sempre più assenti. Non basta più dunque promuovere uno slogan, un hastag; la sfida diventa andare in profondità, comprendere le nostre dimensioni che co-esistono, analizzarle e farsene carico, anche nelle contraddizioni che mostrano, accompagnando, da adulti, il percorso dei ragazzi verso una adultità che sia sempre più orientata al rispetto, autentico, alla non discriminazione, all’accettazione dell’altro, al rifiuto della violenza in ogni sua forma.

Rossella Pesenti , referente tecnico dell’area minori e famiglia

Sara Santi, Coordinatrice Servizi

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