Le scelte economiche del Governo attirano i super miliardari in città. E la classe media scappa
Barbados? Antigua? Isole Cayman? Macché. Via della Spiga, Citylife, Porta Nuova. Milano è la nuova stella tra i paradisi fiscali del mondo. Una città sempre più turistica, sempre più attrattiva per investire nel settore immobiliare. I dati del 2023 mostrano un notevole afflusso di residenti benestanti provenienti da paradisi fiscali consolidati, tra cui 69 individui da Cipro, 30 da Panama e numeri minori da destinazioni caraibiche come Antigua, Bahamas e Barbados.
La tendenza si estende oltre i paradisi fiscali tradizionali, con trasferimenti record dalle principali economie: 4.862 dalla Francia, 3.121 dalla Spagna, 2.130 dal Regno Unito e 1.627 dagli Stati Uniti – il dato più alto dal 2003. Altri movimenti significativi includono 567 dai Paesi Bassi, 395 dal Belgio e 281 dal Canada.
Ma cosa li attira? Il regime di flat tax italiano per gli stranieri facoltosi. La recente legislazione ha raddoppiato il tetto della flat tax da 100.000 a 200.000 euro, indipendentemente dai livelli di reddito estero. Per gli individui con patrimonio miliardario, questo crea di fatto un ambiente fiscale più che confortevole. Non solo, il beneficio si estende ai familiari, che pagano una modesta flat tax di €25.000. E dunque i super ricchi comprano a prezzi folli, e il valore delle case in città aumenta.
Le conseguenze sul mercato immobiliare di Milano
Le transazioni immobiliari di lusso superiori a 1 milione di euro rappresentano il 6% delle transazioni immobiliari totali a Milano, ma questo 6% è sufficiente a trascinare al rialzo tutto il resto. Il Private Wealth Migration Report 2024 di Henley & Partners posiziona l’Italia come principale destinazione europea per i migranti facoltosi, al sesto posto a livello globale. Si prevede che il paese attirerà 2.200 individui ad alto patrimonio netto quest’anno, con Milano che cattura la maggior parte della quota, seguita da Portofino.
I modelli finanziari mostrano che gli individui che guadagnano 10 milioni di euro all’anno in altri paesi europei possono risparmiare tra 4 e 5 milioni di euro in tasse trasferendosi a Milano. I nuovi sviluppi immobiliari stanno rispondendo a questa domanda, con proprietà in località prestigiose come Largo Treves che arrivano a prezzi superiori a 20.000 euro al metro quadrato. La concentrazione di ricchezza nell’area urbana relativamente compatta di Milano sta facendo aumentare i valori immobiliari in tutti i segmenti, creando preoccupazioni sulla sostenibilità abitativa e sulla disparità salariale per la popolazione esistente della città.
Mentre Milano continua a posizionarsi come il più nuovo paradiso fiscale d’Europa, la città affronta la sfida di bilanciare il suo crescente appeal per la ricchezza internazionale con il mantenimento del suo tradizionale tessuto sociale e la garanzia di una crescita economica sostenibile per tutti i residenti.
Un milioni di euro dalla Diocesi per chi non trova casa
Ed ecco che se ne accorge la Chiesa, che mette sul piatto 1 milione di euro per aiutare chi fatica a pagare una casa. Lo strumento creato per agire concretamente è il “Fondo Schuster – Case per la gente”.
Dice l’Arcivescovo Mario Delpini: «Il Beato cardinal Schuster nel 1949 rivolgeva un appello alla Diocesi di Milano e scriveva: “È impossibile fare un calcolo anche approssimativo di tutti quei giovani e signorine che aspettano invano una casa, almeno un buco per comporre la loro famiglia… non ci sono case. È impossibile fabbricarne per la situazione finanziaria, ci sono invece case a sufficienza per i ricchi… e affitti proibitivi per i poveri”.
Nella Milano distrutta dalla guerra — prosegue il racconto dell’arcivescovo — Schuster azzarda una proposta ardita: ”Ora, in nome della carità e della giustizia io oso lanciare un appello a quanti possono disporre del superfluo, banchieri, industriali, finanzieri perché vogliano concorrere a quest’opera cristiana di costruire case per quanti ne sono privi. È un fondo che vuole raccogliere risorse per progetti di riqualificazione di case in degrado, per fornire garanzie per chi è in difficoltà per stipulare un contratto di affitto, per continuare a soccorrere chi si trova in difficoltà con le spese che la casa impone”.
Il Fondo opererà tramite la rete dei Centri di ascolto Caritas, coordinata dal Servizio Siloe, per l’individuazione delle famiglie destinatarie degli interventi, mentre la Fondazione San Carlo (sempre promossa da Diocesi e Caritas) si occuperà di riqualificare e gestire gli appartamenti conferiti.