Daniele Consoletti è avvocato civilista e penalista e si occupa di formazione in materia di trattamento dei dati personali, prevalentemente per enti del terzo settore. Dal 2011 redige modelli organizzativi ai sensi del decreto legislativo 231/2001 e si occupa della relativa attività di vigilanza. Con l’entrata in vigore nel 2016 del regolamento generale protezione dati 679 (GDPR) assume anche l’incarico, oltre che di consulente privacy, anche di responsabile protezione dati (DPO) per numerose realtà del terzo settore e del mondo profit in Lombardia e in altre regioni dell’Italia. Redige infine piani triennali anticorruzione per enti pubblici, che assiste in generale nel più ampio mondo degli obblighi di trasparenza e di gestione degli adempimenti prescritti da a.n.a.c.
Il decreto legislativo del 31 marzo 2023 n. 36 è entrato in vigore il 1° aprile 2023 e rappresenta un passo significativo verso la modernizzazione, la trasparenza e l’efficienza degli appalti pubblici in Italia. Con i suoi 229 articoli il nuovo codice degli appalti permette alle istituzioni pubbliche e alle imprese di lavorare con celerità per fornire beni e servizi ai cittadini.
I primi tre articoli evidenziano i principî cardine del decreto, tra cui il principio del risultato, inteso come l’interesse pubblico primario del codice stesso, che riguarda l’affidamento del contratto e la sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza; il principio della fiducia nell’azione legittima, trasparente e corretta dell’amministrazione pubblica, dei suoi funzionari e degli operatori economici; e il principio dell’accesso al mercato inteso come imparzialità, non discriminazione, di concorrenza, di apertura al mercato e a tutti i suoi operatori.
I punti di forza
Dei diversi punti di forza che mirano a migliorare il sistema degli appalti pubblici i principali sono i seguenti:
- digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti e semplificazione: il codice promuove la digitalizzazione dei processi dell’appalto, rendendo più efficiente la gestione delle procedure con la creazione di una grande banca dati dei contratti pubblici e di interconnessione di tutti i soggetti e le stazioni appaltanti che in Italia gestiscono le procedure per lavori, servizi e forniture. Inoltre cerca di semplificare le fasi di gara e di esecuzione dei contratti, riducendo la burocrazia;
- trasparenza: tutte le informazioni e i documenti di gara devono essere pubblicati sugli appositi portali dalle stazioni appaltanti consentendo agli operatori economici di accedervi facilmente;
- procedure competitive innovative: sono state introdotte nuove procedure, come il dialogo competitivo, che permette alle stazioni appaltanti di discutere con gli operatori economici per definire meglio le specifiche dell’appalto. Questo dovrebbe portare a soluzioni più adatte alle esigenze reali;
- principio di rotazione: il nuovo codice riafferma il principio di rotazione secondo il quale, nella procedura negoziata, è vietata l’assegnazione diretta di un appalto nei confronti del contraente uscente, salvo in casi particolari previsti che dovranno essere comunque motivati e per affidamenti diretti di importo inferiore a 5.000 euro. Ne consegue che maggiore sarà il livello di specificazione settoriale e minore sarà la necessità di sostituire l’operatore serio e affidabile uscente;
- subappalto a cascata: il nuovo codice degli appalti lo autorizza, a differenza di quanto indicato nell’articolo 105 del decreto legislativo 50/2016 in cui ne era specificato il divieto. Inoltre è obbligatorio l’inserimento delle clausole di revisione prezzi che si attivano per le variazioni del costo dell’opera, della fornitura o del servizio, in aumento o in diminuzione, superiori al 5% dell’importo complessivo e operano nella misura dell’80% della variazione stessa, in relazione alle prestazioni da eseguire in maniera prevalente;
- partenariato pubblico-privato e concessioni: il codice affronta anche questa tematica fornendo le linee guida per la loro gestione, il cui scopo consiste nell’incentivare gli investimenti e lo sviluppo delle infrastrutture;
- contenzioso e controllo: sono disciplinate le procedure per la risoluzione delle controversie e un sistema di controllo per garantire il rispetto delle norme al fine di contribuire a una maggiore legalità e correttezza negli appalti. È affrontato anche il tema dell’illecito professionale che nel testo originario prevedeva ampi poteri discrezionali affidati all’amministrazione pubblica per escludere le imprese dagli appalti;
- inclusione sociale e ambientale: il codice incoraggia l’adozione di criteri di sostenibilità e responsabilità sociale negli appalti pubblici.
Le critiche al nuovo codice degli appalti
Allo stesso tempo le critiche al nuovo codice degli appalti sono varie e ancora oggetto di dibattito. Ecco alcune delle principali:
- complessità: alcuni esperti ritengono che il nuovo codice sia ancora troppo complesso e burocratico. Nonostante gli sforzi per semplificare le procedure, alcune disposizioni potrebbero risultare difficili da interpretare per le stazioni appaltanti e gli operatori economici;
- tempi di attuazione: il nuovo codice degli appalti ha richiesto un periodo di transizione durante il quale vecchie e nuove norme sono coesistite. Questo ha causato confusione e ha rallentato l’effettiva attuazione delle nuove disposizioni;
- mancanza di incentivi all’innovazione ed elevato impatto economico: alcuni critici sostengono che il codice non fornisca abbastanza incentivi per l’innovazione e l’adozione di nuove tecnologie nei processi di appalto e che possa influire negativamente sui costi degli appalti. Ciò potrebbe limitare la modernizzazione del settore;
- ambito di applicazione: alcuni settori non sono adeguatamente disciplinati lasciando spazio a interpretazioni o lacune.
Nel complesso il nuovo codice degli appalti rappresenta un tentativo di migliorare il sistema, ma sarà fondamentale monitorarne l’efficacia e apportare eventuali correzioni nel tempo.