Olimpiadi Milano-Cortina: parte il countdown. Ma quanto ci costa?

Feb 6, 2025 | Attualità

Daniele De Luca, giornalista professionista, milanista. Dopo una lunga esperienza a Radio Popolare Milano, AGR, CNRMedia e altre collaborazioni da alcuni anni si occupa principalmente di comunicazione istituzionale e ufficio stampa. 


Da ieri, 6 febbraio 2025, mancano 365 giorni all’evento. A che punto siamo e dove andiamo

Inizia il countdown finale per l’avvicinamento alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, i venticinquesimi Giochi invernali olimpici (e un mese dopo quelli paralimpici). 

Partiamo dai biglietti, che proprio da ieri, 6 febbraio 2025, sono disponibili al pubblico. La vendita è però riservata solo a chi si è già registrato sul sito entro il 15 gennaio, che beneficerà di una finestra temporale dedicata per l’acquisto senza code o attese online. La vendita libera sarà aperta invece da aprile, mentre per le Paralimpiadi la procedura sarà diversa: non è prevista una fase di sorteggio e la vendita inizierà il 6 marzo, esattamente un anno prima della Cerimonia di apertura paralimpica.

Più del 20% dei biglietti per le Olimpiadi costa meno di 40 euro, mentre il 57% è inferiore ai 100 euro. Per le Paralimpiadi, i biglietti partono da 10 euro per gli Under 14 e oltre 200.000 tagliandi (circa l’89% del totale) costano meno di 35 euro. Per chi non si è già registrato però le possibilità di trovare un tagliando a poco prezzo sono molto scarse. Il consiglio, se proprio ci tenete, è di comprare gli ultimi biglietti in aprile perché la richiesta ha già superato quota 350mila. 

L’esplosione dei costi 

Bisogna subito chiarire che tra Regioni, Fondazione MilanoCortina, Ministero Infrastrutture, SIMICO (Società Milano Cortina) fondi speciali e commissariamenti vari non esiste un dato certo. Il preventivo di 1,5 miliardi fatto al momento della candidatura è esploso: oggi il costo è oggi di almeno 5 miliardi e 720 milioni di euro, 1 miliardo e 600 milioni per la realizzazione dei Giochi e altri 4 miliardi e 120 milioni per le opere connesse (il 68% è destinato a 45 opere stradali per un totale che supera i 2 miliardi e 816 milioni di euro).

L’Arena Santa Giulia è in fase di costruzione nella zona di Rogoredo, a Milano

La Lombardia da sola assorbe circa la metà delle opere (il 52%) e dei relativi costi (47%); il Veneto si contraddistingue per ospitare le 13 opere (16% del totale) dal costo complessivamente superiore (il 33% dei costi totali); le opere che si terranno sul territorio della sola Provincia autonoma di Bolzano sono numericamente superiori a quella dell’intero Veneto (14 in Alto Adige, 13 in Veneto).

La pista da bob

Tra gli interventi più discussi spicca la pista da bob di Cortina: avrebbe dovuto costare 47 milioni di euro a carico della Regione Veneto. Nel 2022 il costo della sola pista è invece lievitato a 85 milioni di cui si è fatto carico nuovamente il governo con decreto del 26 settembre 2022. Ad oggi, il finanziamento governativo comprensivo della costruzione della nuova pista, del Memoriale, degli oneri fiscali e altri interventi aggiuntivi ammonta a circa 118 milioni, per una struttura che rischia di restare inutilizzata dopo i Giochi

Lo slalom della VAS

Inoltre, la maggior parte delle opere non è stata sottoposta alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), bypassata grazie ai commissariamenti straordinari che hanno di fatto tagliato fuori i cittadini dal processo decisionale. Questo contrasta con quanto previsto dal dossier iniziale, che prometteva trasparenza e partecipazione.

Il fragile ecosistema alpino sarà sottoposto a nuove pressioni: impianti da sci, bacini per l’innevamento artificiale, piste e strade di servizio. Questo avviene in un contesto di riscaldamento globale, che rende sempre più arduo garantire neve a quote medio-basse, per sostenere un’industria dello sci che dipende da cospicui finanziamenti pubblici per sopravvivere. 

Il Villaggio Olimpico nello scalo milanese di Porta Romana se da un lato promette di riqualificare una zona dismessa, dall’altro rischia di accelerare il processo di gentrificazione già in atto, spingendo il ceto medio e le fasce meno abbienti verso le periferie.

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