Il governo ha scelto i giorni 8 e 9 giugno 2025 per il voto, in concomitanza con i ballottaggi delle Amministrative. Una decisione che non favorisce la partecipazione popolare a questa importante consultazione
È ora di cambiare la legge sulla cittadinanza italiana, vecchia di 30 anni. È ora di riconoscere che il nostro Paese è cambiato e che l’immigrazione non sia più vista come un pericolo ma come una opportunità. È ora che le ragazze e i ragazzi di origine non italiana che vanno a scuola con i nostri figli possano diventare cittadini ben prima della maggiore età. È ora che chi vive e lavora in Italia da anni venga riconosciuto cittadino italiano senza l’umiliazione di un percorso burocratico folle e razzista. È ora di cambiare la Bossi-Fini.
Referendum sulla cittadinanza: 8-9 giugno 2025
È partita ufficialmente la campagna del referendum per modificare la legge sulla cittadinanza, con l’obiettivo di rendere più inclusivo e giusto il sistema che determina chi può diventare cittadino italiano. Alla fine la data indicata dal governo è quella del 8 e 9 giugno 2025, in corrispondenza del turno di ballottaggio delle elezioni amministrative che vedono al voto circa 400 Comuni (e la Regione Liguria).
Obiettivo quorum
Una scelta che non è piaciuta al comitato per il referendum sulla cittadinanza e che in effetti sembra non facilitare la partecipazione popolare ai referendum che hanno bisogno di raggiungere il difficile obiettivo del quorum: sono 23 milioni gli italiani che dovranno recarsi alle urne per rendere valido il referendum. «L’esecutivo ha dimostrato tutto il suo timore per il voto, perché tra le due possibilità è stata scelta quella più sfavorevole alla partecipazione – ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi, nel comitato promotore del referendum sulla cittadinanza – avevamo richiesto che ci fosse l’abbinamento con il primo turno delle amministrative, quindi referendum day con il 25-26 maggio. La notizia positiva, ed è un successo parziale rispetto alle nostre richieste e anche alle nostre lotte di questi anni, è il voto fuori sede, che sarà garantito anche per i lavoratori e non solo per gli studenti».