Grazie alla borsa lavoro anche chi è condannato per reati gravi può ricominciare una vita nuova
La nostra cooperativa crede fortemente nella possibilità di recupero delle persone e nelle alternative al carcere. Oltra alla messa alla prova, uno strumento di grande rilevanza sociale ancora poco utilizzato nel nostro Paese (vi avevamo già raccontato la storia di Luigi) esistono anche le borse lavoro.
Oggi parliamo di Carlo, una pena più che trentennale presso il carcere di Opera per associazione mafiosa. E ci piace parlare proprio di un condannato per questo reato proprio dopo la recente ricorrenza dell’attentato di Capaci in cui venne ucciso il giudice Giovanni Falcone, insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Ai funerali di suo marito Rosaria Schifani pronunciò parole memorabili. “Rivolgendomi agli uomini della mafia, certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c’è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare. Vi perdono se saprete cambiare”.
Carlo ha pagato, attualmente è semilibero. Ha sempre lavorato all’interno del carcere di Opera gestendo il verde del parco interno del carcere. Lo abbiamo conosciuto e lo abbiamo apprezzato per le sue capacità. Oggi lavora con noi alla City Farm di Landriano come responsabile, appunto, del verde. Si occuperà della gestione e sviluppo della serra, bosco, orto e tutti gli spazi verdi. Collaborerà con la responsabile della fattoria e con le persone che collaborano tra i quali tirocinanti, messe alla prova, inserimenti sociolavorativi di categorie protette o di persone provenienti dallo svantaggio sociale.
La borsa lavoro è un dispositivo di avvicinamento al lavoro che favorisce l’inclusione sociale mediante un periodo di inserimento presso una realtà aziendale. La borsa lavoro dura per un periodo tra i 3 e i 6 mesi per circa 20 ore a settimana.