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Doppiamente orfani

Giu 13, 2025 | Minori

In Italia ci sono più di 3.500 orfani minorenni di donne vittime di femminicidi

A giugno il terrificante conto dei femminicidi in Italia è già arrivato a quota 40. Dall’assassinio di Giulia Cecchettin a fine 2023, l’episodio che forse più di ogni altro ha scatenato un moto di autocoscienza sociale, altre decine di donne sono state uccise. Di questo passo andremo facilmente a superare anche quest’anno la quota di 100 donne uccise in un anno, l’anno scorso furono 113. Ma poco si parla delle ulteriori vittime di questi drammi. I figli delle vittime.

In Italia ci sono più di 3.500 orfani minorenni di donne vittime di femminicidi: lo ha riferito la presidente dell’Osservatorio nazionale indipendente sugli orfani speciali, Stefania Bartoccetti, davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. Questi orfani sono definiti “speciali” perché esposti a una simultanea doppia perdita genitoriale: perdono la madre per mano del padre che, in alcuni casi, si suicida o comunque viene arrestato.

«Gli orfani speciali fino a poco tempo fa apparivano soggetti assolutamente invisibili in termini di numero”, ha sottolineato Bartoccetti, “non esiste un albo che li possa raccogliere, né la possibilità di avere una raccolta dati puntuale e costante. Noi negli ultimi anni siamo riusciti con un’indagine giornalistica a raccogliere le notizie delle donne morte per omicidio e da lì a ricostruire il numero degli orfani speciali, che sono, nell’ambito di quelli considerati minorenni, superiori a 3.500 in Italia».

La presidente dell’Osservatorio ha sottolineato la necessità di «fornire aiuto» agli orfani speciali, in particolare sostegno psicologico per restituire loro la fiducia, per riuscire a intervenire per sanare un dolore così profondo quale la perdita della madre per mano del padre. Occorre anche occuparsi delle famiglie affidatarie che, ha ricordato Bartoccetti, «già si rivolgono al centro per essere sostenute, così come gli ordini professionali con i quali abbiamo sottoscritto un protocollo, almeno per quanto riguarda la Regione Lombardia, che consente di promuovere corsi di formazione per psicologi, assistenti sociali e avvocati».

Nell’audizione è stato anche sottolineato come gli orfani speciali siano bambini e bambine che spesso per anni hanno vissuto la violenza assistita e hanno visto situazioni terribili nelle loro case. «Assistere e rimanere improvvisamente soli, privati della loro madre, è un’esperienza veramente traumatica – ha osservato Bartoccetti – crediamo che oltre al sostegno legale, psicologico e di accompagnamenti lunghi che vadano nella direzione della cura, un altro aspetto fondamentale sia poter garantire loro un percorso di studi certo».

La legge italiana prevede che gli orfani di femminicidio possano accedere al Fondo per le vittime di crimini violenti (Legge n. 122/2016), prevedendo supporti economici a sostegno delle famiglie affidatarie, borse di studio e programmi di ingresso nel mondo del lavoro, e possano accedere a supporto medico psicologico in regime di esenzione. Tuttavia, l’applicazione di queste misure è spesso carente e disomogenea sul territorio nazionale.

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