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Dove osano gli aquiloni: l’accoglienza vola con i progetti SAI

Giu 6, 2025

Nei giorni scorsi si è concluso il terzo Festival degli aquiloni, che ha coinvolto oltre 200 beneficiari di progetti della Rete SAI e oltre 7mila bambine e bambini delle scuole in otto diverse città siciliane. Multiculturalità, Pace, Libertà. Queste le tre parole “in gioco”, in un’iniziativa organizzata in collaborazione con gli enti locali, i progetti SAI e con il patrocinio di Anci Sicilia e Legacoop Sicilia.

Un volo collettivo, quello condiviso sull’isola, al quale ci siamo uniti idealmente. Sì, perché gli aquiloni sono anche il simbolo del nostro progetto SAI di Pieve Emanuele. E con i loro colori e i suggestivi movimenti hanno creato una connessione tra le ragazze e i ragazzi, le donne e gli uomini coinvolti nei percorsi di accoglienza diffusa e la comunità locale. Che è poi l’obiettivo dei progetti SAI, e l’impegno quotidiano delle persone che lavorano all’interno dei centri Sai, come i mediatori, gli educatori, gli insegnanti, la psicologa e i coordinatori.

Questa iniziativa si inserisce in un movimento più ampio che, da nord a sud, vede i progetti SAI utilizzare il linguaggio simbolico degli aquiloni per costruire ponti tra culture e generazioni. Proprio nei giorni scorsi, più di settanta bambine e bambini hanno fatto visita al Parco dei Diritti Ezio Cesarone di Pieve Emanuele, casa del progetto SAI territoriale de Il Melograno, partecipando a un laboratorio durante il quale hanno costruito i propri aquiloni con i nostri beneficiari e li hanno fatti volare insieme nella cornice verde di via della Comunità.

Ma perché gli aquiloni? Al Melograno sono atterrati, per così dire, nel 2023. L’idea è nata all’interno dell’équipe, ragionando su possibili iniziative per coinvolgere i progetti SAI, le associazioni e tutta la cittadinanza in corrispondenza del Nowruz, il capodanno persiano che coincide con l’equinozio di primavera.

In quel giorno di festa, in Afghanistan, Pakistan, India e Bangladesh in particolare, è usanza comune far volare gli aquiloni in spettacolari combattimenti. È un gioco molto diffuso, che ha acquisito una certa notorietà a inizio millennio con la pubblicazione del romanzo “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini.

L’aquilone, abbiamo pensato, poteva rappresentare uno spunto di incontro tra culture e un simbolo di libertà e cambiamento non solo stagionale ma soprattutto nella vita delle persone che hanno dovuto lasciare i propri Paesi e sono state accolte in Italia. Partendo da questa idea abbiamo organizzato un primo laboratorio sperimentale all’interno del progetto SAI di Pieve Emanuele, allargandolo anche a quelli di Locate, Assemi, Mediglia, Paullo.

Con l’aiuto dei nostri mediatori culturali abbiamo studiato i materiali e le tecniche per la realizzazione degli aquiloni. Il calcio d’inizio è stato quindi il 21 marzo 2023 al campo comunale di Pieve Emanuele, che l’amministrazione – che da subito ha abbracciato questo progetto – ci ha messo a disposizione per l’evento.

Qui, insieme a cittadini e associazioni, ci siamo cimentati con quei combattimenti di aquiloni (l’obiettivo è tagliare il filo di quelli avversari con il proprio aquilone e poi prenderli al volo prima che cadano a terra), che colorano quei territori lontani, in particolare le colline intorno a Kabul nel pomeriggio del Nowruz. È stato un grande successo e un bel momento di condivisione culturale con gli italiani ma anche con gli ospiti dei SAI provenienti da altre aree geografiche rispetto a quelle dell’Asia meridionale. E così, il progetto – è il caso di dirlo – è decollato, diventando appuntamento fisso delle ricorrenze cittadine e migrando poi anche in altri territori dove opera la cooperativa. Non solo. Gli aquiloni sono stati anche un ponte… aereo per mettere in contatto i nostri progetti SAI con le scuole del territorio, con le quali abbiamo organizzato altre occasioni di incontro attraverso i nostri laboratori creativi e formativi.

Una traiettoria tortuosa, quella dell’integrazione, proprio come quella degli aquiloni, che fanno i conti spesso con i venti sfavorevoli. Ma è una traiettoria che vale la pena seguire, con ostinazione, entusiasmo e fiducia nel cambiamento.

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