Educatori: ci siamo o ci facciamo?

Feb 14, 2025 | Attualità, Servizi

Sara Ravanelli, laureata in Scienze e tecniche psicologiche, mi sono poi dedicata all’educativa sociale. Ho lavorato presso comunità di minori non accompagnati e in una comunità di nuclei monoparentali e conseguito un master in HR Management


Nel territorio di Buccinasco, un gruppo di educatori si è interrogato sulle motivazioni profonde che li portano a svolgere questo lavoro. E attraverso il test della personalità MBTI abbiamo “scoperto” delle caratteristiche comuni. Il lavoro educativo, insomma, come vocazione

Insieme agli educatori che si occupano dell’assistenza educativa scolastica nel territorio di Buccinasco, nel Milanese, ci si è posti una domanda: ma chi ce lo fa fare…? Sebbene, posto così, il quesito sembrerebbe denotare insofferenza per un mestiere che, personalmente, ritengo sia il più bello del mondo, la realtà è che abbiamo cominciato a chiederci se non ci fossero delle caratteristiche di personalità più radicate che potessero spiegare la tendenza di alcune persone ad occuparsi dell’altro e, possibilmente, in che modo queste caratteristiche influiscano sull’impronta educativa data al proprio intervento.

Abbiamo quindi deciso di sottoporci al Test MBTI (Myers Briggs Type Indicator), utilizzato largamente per la profilazione delle personalità in contesti aziendali e, in una primissima fase di screening, per scopi diagnostici al fine di identificare macro categorie e specifiche caratteristiche.

La piccola indagine ha restituito risultati interessanti, nel solco dell’ipotesi di partenza. Alcune tipologie di persone, come emerge dal nostro campione, sembrano effettivamente più inclini a questo ruolo per un forte orientamento verso l’empatia, la sensibilità e la dedizione agli altri, avvalorando l’idea che l’educazione sia una “vocazione” più che una semplice professione. Ma come ci siamo arrivati?

Il test della personalità

Il test MBTI, insieme ad altri test della personalità come il Big Five e il Lie, permette una prima profilazione della personalità di un persona. In questo modo, psichiatra o psicologo hanno uno strumento di valutazione diagnostica. Proprio per la sua utilità nella creazione di un profilo generale che possa fungere da contenitore identificativo è da intendersi più come un indicatore, che un vero e proprio test psicologico. Solitamente viene applicato in psicologia, sul lavoro, in ambito aziendale, ma anche nei contesti scolastici; in questo modo è possibile operare una prima comprensione dei punti di forza e delle attitudini di una persona.

Nello specifico, questo test permette di individuare tra 16 personalità quella più affine al carattere del soggetto che svolge il test. Dal punto di vista strettamente psicometrico, l’MBTI è attualmente considerato affidabile e valido. C’è da dire, però, che non può essere considerato uno strumento di tipo diagnostico, ed è privo di validità valutativa. L’obiettivo è primariamente descrittivo delle caratteristiche del soggetto, e può essere considerato uno strumento utile per capire e potenziarne i punti di forza.

Il MBTI permette di determinare la funzione dominante e la funzione ausiliaria di ogni soggetto e mette in evidenza le preferenze secondo quattro assi:

  • Introversione (I) ed Estroversione (E), orientamento dell’energia: è la funzione ausiliaria del soggetto (attenzione, non si tratta di essere aperti o timidi, ma di avere come fonte di energia il mondo esterno o quello interno)
  • Sensitività (S) e Intuizione (N), raccolta di informazioni: è il modo in cui il soggetto privilegia la raccolta di informazioni. Avrà sempre una funzione dominante e una ausiliaria
  • Ragionamento (T) e Sentimento (F), processo decisionale: è il modo in cui il soggetto tratta l’informazione. Anche in questo caso, ci sarà una funzione dominante e una ausiliaria.
  • Giudizio (J) e Percezione (P), modo d’azione: è la funzione principale del soggetto. Questo asse è sempre estroverso.

Possiamo determinare il nostro tipo di personalità grazie a un test che offre il risultato in quattro lettere, le iniziali di ognuno dei quattro tipi di preferenze. Per essere più precisi:

  • la prima lettera indica se la funzione principale del soggetto è I o E (introversa o estroversa);
  • la quarta lettera indica la funzione estroversa: P o J (percezione o giudizio);
  • se il soggetto ottiene un risultato del tipo ExxP o IxxJ, la funzione dominante sarà la seconda lettera;
  • se il soggetto ottiene un risultato del tipo IxxP o ExxJ, la funzione dominante sarà la terza lettera.

Che cos’è la personalità?

Con il termine personalità si intende l’insieme delle caratteristiche psichiche e delle modalità comportamentali (inclinazioni, interessi, passioni) che definiscono il nucleo delle differenze individuali, nella molteplicità dei contesti in cui la condotta umana si sviluppa. Ogni nucleo teorico, in psicologia, concettualizza la personalità entro modelli diversi, adoperando metodi, obiettivi e modalità d’analisi anche molto dissonanti fra loro.

Le quattro immagini che illustrano le 16 personalità sono tratta dal sito www.16personalities.com

Sì, siamo Diplomatici

L’analisi dei risultati fa saltare subito all’occhio come la macro categoria più presente, con il 52% degli educatori che hanno partecipato al test, è quella dei Diplomatici con una particolare predilezione per il sottotipo “protagonista”. Questa tipologia di personalità si sente chiamata a servire uno scopo più grande nella vita. Pensierosi e idealisti, si sforzano di avere un impatto positivo sugli altri e sul mondo che li circonda. Raramente si sottraggono all‘opportunità di fare la cosa giusta, anche quando non è affatto facile. Nella stessa macro categoria, seguono i mediatori (6%) e gli attivisti (4%).

Subito di seguito troviamo la macro categoria delle Sentinelle (18%) con una maggior presenza di difensori (14%): Instancabili e dedite, le persone con questo tipo di personalità sentono un profondo senso di responsabilità nei confronti di chi le circonda. Che i difensori rispettino le scadenze, ricordino i compleanni e le occasioni speciali, mantengano le tradizioni e ricoprano i loro cari di gesti di attenzione e di supporto è una certezza. Ma raramente pretendono un riconoscimento per tutto ciò che fanno, preferendo invece agire dietro le quinte.

Apertura, lettura e azione

Risulta evidente come, per potersi donare agli altri come un educatore fa quotidianamente, è fondamentale una predisposizione all’apertura verso l’altro, la capacità di intercettare i bisogni e le fragilità di chi si ha di fronte, l’abilità di poter elaborare velocemente un piano di azione e la sensibilità di spostare lo sguardo da ciò che risulta “mancante” alle potenzialità che, invece, sono in ciascuno di noi e devono essere coltivate e valorizzate. È un processo di creazione condivisa che si struttura, si distrugge e si rimodella continuamente avendo sempre a mente l’obiettivo finale: imparare a convivere con sé stessi. E, questo, non possono affrontarlo tutti.

È o non è il lavoro più bello che ci sia?

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