Nella foto, l’intervento della nostra presidente Rossella Pesenti
Martedì 7 ottobre la nostra presidente Rossella Pesenti ha aperto i lavori della terza tappa presentando un ordine del giorno a nome della presidenza nazionale Legacoopsociali. “A nome delle cooperative sociali che rappresentiamo, chiediamo che la comunità internazionale si assuma fino in fondo la responsabilità di fermare la violenza, di garantire corridoi umanitari sicuri, di sostenere la ricostruzione di Gaza”. Il testo integrale del documento
Salerno, 7 ottobre 2025 – “La cooperazione sociale è nata per difendere la vita fragile. Oggi quella vita fragile ha il volto dei bambini di Gaza. A loro dedichiamo, in questa tappa degli Stati Generali, il nostro impegno, la nostra voce, il nostro dissenso”. È stata la nostra presidente Rossella Pesenti, a nome della presidenza nazionale di Legacoopsociali, a presentare il 7 ottobre a Salerno l’ordine del giorno sulla situazione a Gaza approvato all’unanimità dall’assemblea riunita a per la terza tappa degli Stati generali della cooperazione sociale.
Il documento, fortemente condiviso dalla nostra cooperativa attraverso la nostra presidente, coordinatrice del Gruppo di lavoro Accoglienza di Legacoopsociali, rappresenta una presa di posizione importante per la pace, il rispetto dei diritti umani, per la promozione di iniziative concrete di sostegno umanitario e sensibilizzazione su quanto sta accadendo a Gaza. Non un appello simbolico, ma una scelta coerente con la nostra storia e con la nostra identità di cooperative sociali.
“La cooperazione sociale è nata dal dissenso: dal rifiuto dell’indifferenza, dell’esclusione, della disuguaglianza. La nostra adesione al dissenso è anche un richiamo a tutte le istituzioni e alla società civile: occorre ricostruire le condizioni del dialogo, riconoscere le ragioni dell’altro, fermare la distruzione e restituire un futuro ai bambini di Gaza – ha sottolineato Rossella Pesenti presentando l’ordine del giorno della presidenza nazionale – a nome delle cooperative sociali che rappresentiamo, chiediamo che la comunità internazionale si assuma fino in fondo la responsabilità di fermare la violenza, di garantire corridoi umanitari sicuri, di sostenere la ricostruzione civile e morale di Gaza”.
Un voto, quello dell’assemblea, pienamente coerente con la posizione espressa anche dal CdA della nostra cooperativa, che si è espresso con forza a sostegno della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla e della partecipazione civile alle iniziative di contrasto e di dissenso organizzate nei giorni scorsi, “convinti che l’impegno della società civile sia un presidio irrinunciabile di democrazia e giustizia”.

Pubblichiamo il testo completo dell’ordine del giorno presentato dalla nostra presidente e approvato dall’assemblea in apertura della terza tappa degli Stati generali della cooperazione sociale in corso a Salerno:
“La cooperazione sociale affonda le sue radici nella tradizione mutualistica e solidaristica del movimento cooperativo italiano, che ha riconosciuto nella centralità della persona, nel lavoro come strumento di emancipazione e nella giustizia sociale i propri principi costitutivi. Come ricordano gli statuti delle centrali cooperative – da Legacoop alle associazioni di settore – la cooperazione non è soltanto una forma d’impresa, ma una forma di civiltà: un modo di intendere l’economia come mezzo al servizio della comunità e mai come fine in sé.
Fin dalle sue origini, la cooperazione ha scelto di essere “strumento per costruire una società più giusta”, come recita l’Atto costitutivo di Legacoop, ponendosi l’obiettivo di coniugare sviluppo e diritti, lavoro e dignità, impresa e solidarietà. È da questa radice che nasce la cooperazione sociale: dall’idea che la libertà individuale si compie solo dentro relazioni di reciprocità, che la pace sociale non può esistere senza giustizia, e che la cura delle persone più fragili è un compito politico prima ancora che assistenziale. Sostenere chi è vulnerabile, garantire i diritti di chi non ha voce, costruire comunità inclusive — questi sono i gesti quotidiani con cui le cooperative sociali traducono in pratica i principi della Costituzione e del movimento cooperativo internazionale.
Oggi, di fronte al dolore che attraversa Gaza, di fronte alla morte di oltre ventimila bambini e al protrarsi di una violenza che colpisce i civili, le cooperative sociali non possono tacere. Non possono tacere perché la loro ragione d’essere è precisamente quella di difendere la vita dove essa è minacciata, di tenere aperto uno spazio di umanità dove prevale la distruzione, di ricordare che ogni persona — sempre — è un fine e mai un mezzo.
La tragedia che si consuma a Gaza non è soltanto una questione geopolitica o militare: è, prima di tutto, una questione umana e morale. Davanti alla distruzione sistematica di una popolazione civile, alla morte di migliaia di bambini, alla fame, alla sete, alla privazione di cure, siamo chiamati a interrogarci su che cosa significhi oggi la parola “civiltà”.
La cooperazione sociale nasce per costruire comunità inclusive, per promuovere relazioni di giustizia e di pace. Quando intere popolazioni vengono private dei beni essenziali, quando l’infanzia stessa diventa vittima di strategie di potere e di vendetta, il senso stesso della cooperazione viene ferito.
Il dolore di Gaza non appartiene a un solo popolo, ma a tutta l’umanità.
Ogni bambino ucciso è una sconfitta collettiva, ogni ospedale distrutto è un arretramento della civiltà, ogni silenzio è una forma di complicità. L’Europa e l’Occidente, che si fondano sulla cultura dei diritti umani, non possono continuare a guardare altrove. Noi crediamo che non esista pace senza giustizia, e che non possa esserci sicurezza per nessuno se la vita dei più deboli non è tutelata.
L’adesione della nostra associazione ai movimenti di dissenso per Gaza non è un atto simbolico, ma una scelta coerente con la nostra storia e con la nostra identità. La cooperazione sociale è nata dal dissenso: dal rifiuto dell’indifferenza, dell’esclusione, della disuguaglianza. Dire “no” alla guerra e alla violenza è dire “sì” alla vita, al lavoro, alla convivenza civile.
Oggi il dissenso significa non accettare la normalizzazione del dolore, non rassegnarsi all’idea che la vita di alcuni valga meno di quella di altri. Significa opporsi a ogni logica di potere che riduce gli esseri umani a numeri, a nemici, a danni collaterali. Significa rivendicare che la parola “pace” non è un’ingenuità, ma una responsabilità politica, una pratica quotidiana che chiede impegno, lucidità e coraggio.
La cooperazione sociale, proprio perché lavora nei territori, nei servizi, nelle relazioni quotidiane, sa quanto sia fragile la convivenza e quanto sia essenziale alimentarla con giustizia e con ascolto. Per questo la nostra adesione al dissenso è anche un richiamo a tutte le istituzioni e alla società civile: occorre ricostruire le condizioni del dialogo, riconoscere le ragioni dell’altro, fermare la distruzione e restituire un futuro ai bambini di Gaza, e con loro a tutti i bambini del mondo.
Prendere posizione non basta, ma è un inizio necessario.
Come associazione di rappresentanza della cooperazione sociale, vogliamo unire la nostra voce a quella di chi chiede la fine immediata delle ostilità e il rispetto del diritto internazionale umanitario. Vogliamo promuovere, insieme alle organizzazioni della società civile, iniziative concrete di sostegno umanitario, di sensibilizzazione e di educazione alla pace.
La cooperazione sociale, nella sua esperienza quotidiana, conosce il valore del prendersi cura. Sa che la cura non è debolezza, ma forza che genera legami, che ricostruisce fiducia e convivenza. Portare questa cultura anche nel discorso pubblico, nelle scelte politiche e internazionali, è parte del nostro mandato e della nostra responsabilità collettiva.
Non si tratta di schierarsi con un popolo contro un altro, ma di schierarsi dalla parte della vita. La nostra adesione ai movimenti di dissenso è una forma di fedeltà ai principi costitutivi della cooperazione sociale: la dignità della persona, l’eguaglianza dei diritti, la solidarietà tra i popoli.
Crediamo che la pace non sia un orizzonte lontano, ma un processo che comincia ogni volta che scegliamo la giustizia invece della vendetta, la verità invece della propaganda, la relazione invece della chiusura. A nome delle cooperative sociali che rappresentiamo, chiediamo che la comunità internazionale si assuma fino in fondo la responsabilità di fermare la violenza, di garantire corridoi umanitari sicuri, di sostenere la ricostruzione civile e morale di Gaza. Chiediamo che l’Italia, l’Europa e le istituzioni multilaterali riaffermino con chiarezza che la vita di ogni bambino è sacra, che nessuna causa può giustificare la morte dei più piccoli, che i diritti umani non possono essere sospesi.
La cooperazione sociale è nata per difendere la vita fragile. Oggi quella vita fragile ha il volto dei bambini di Gaza. A loro dedichiamo, in questa tappa degli Stati Generali, il nostro impegno, la nostra voce, il nostro dissenso”.