Notizie 

Giornata mondiale del Rifugiato, sono 120 milioni le persone in fuga

Giu 19, 2024 | Migranti

E un paese come il Kenya ospita un numero di rifugiati sei volte superiore all’Italia

Il numero complessivo di persone costrette alla fuga – che ha toccato la cifra record di 120 milioni a maggio 2024 – è in crescita per il dodicesimo anno consecutivo e riflette sia i nuovi conflitti e quelli che mutano, sia l’incapacità di risolvere le crisi di vecchia data. La popolazione globale in fuga equivarrebbe a quella del dodicesimo Paese al mondo per ampiezza della popolazione, quasi come quella del Giappone. Sono i dati ufficiali dell’agenzia ONU per i rifugiati, l’UNHCR, che riportiamo in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato che si celebra il 20 giugno.

Il numero crescente di conflitti, la crisi climatica, le complesse e pericolose interrelazioni tra questi ed i loro effetti secondari, inclusa l’insicurezza alimentare ed energetica, costringono un numero sempre crescente di persone ad abbandonare le proprie case o il proprio Paese alla ricerca di sicurezza e protezione.

L’UNHCR ha risposto a un numero in netta crescita di crisi umanitarie nuove o in peggioramento, dichiarando 43 emergenze in 29 Paesi. Il più alto numero annuale di emergenze dichiarate degli ultimi dieci anni, quadruplicato nell’arco di soli tre anni. Un fattore chiave che ha fatto lievitare il numero di persone costrette alla fuga è stato il devastante conflitto in Sudan: dall’aprile 2023, sono stati registrati più di 7,1 milioni di nuovi sfollati nel Paese, con altri 1,9 milioni in fuga oltre i confini. Alla fine del 2023, un totale di 10,8 milioni di sudanesi era sradicato dalle proprie abitazioni. Nella Repubblica Democratica del Congo e in Myanmar, milioni di persone sono state costrette alla fuga l’anno scorso a causa di feroci combattimenti. L’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei profughi palestinesi nel vicino oriente) stima che alla fine dello scorso anno, nella Striscia di Gaza, 1,7 milioni di persone (il 75% della popolazione) erano sfollate e alcuni rifugiati palestinesi erano dovuti fuggire più volte. La Siria rimane la più grande crisi di rifugiati al mondo, con 13,8 milioni di persone costrette alla fuga.

La popolazione di rifugiati più numerosa a livello globale è quella afghana, che rappresenta uno su sei di tutti i rifugiati sotto il mandato dell’UNHCR. Iran (3,8 milioni), Turchia (3,3 milioni), Colombia (2,9 milioni), Germania (2,6 milioni) e Pakistan (2 milioni) ospitano le popolazioni di rifugiati più numerose. Quasi tutti i rifugiati ospitati in Iran e Pakistan sono afghani e, allo stesso modo, quasi tutti i rifugiati in Turchia sono siriani.

Nonostante la percezione, il rapporto Global Trends ci dice che la stragrande maggioranza dei rifugiati è ospitata in Paesi limitrofi a quelli della crisi (69%), e il 75% risiede in Paesi a basso e medio reddito che insieme producono meno del 20% del reddito mondiale. I 45 Paesi meno sviluppati, che insieme rappresentano meno dell’1,4% del prodotto interno lordo globale, ospitano oltre il 21% di tutti i rifugiati a livello mondiale.

La comunità internazionale deve fare di più per intervenire sulle cause che costringono le persone alla fuga, con azioni di pace, interventi di sviluppo e stabilizzazione delle popolazioni nei Paesi di origine ed incremento delle misure di protezione lungo le rotte percorse dalle persone in fuga.

Le soluzioni per i rifugiati nei Paesi di accoglienza sono complesse ma ci sono. Sono numerose le buone pratiche nel mondo per favorire l’inclusione dei rifugiati nelle comunità ospitanti: come il Piano Shirika, iniziativa importante del governo del Kenya che prevede che per i 600.000 rifugiati nel Paese, per lo più somali e sud sudanesi, saranno progressivamente adottate misure per includerli nelle comunità in cui vivono.

In Italia, UNHCR è impegnata in numerosi progetti ed iniziative volte a favorire l’accesso ai servizi, l’inclusione lavorativa e l’ampliamento dei canali sicuri e regolari per arrivare in Italia. Nove importanti comuni italiani hanno poi aderito alla Carta per l’integrazione proposta da UNHCR, mettendo a disposizione sui propri territori Spazi Comuni polifunzionali per facilitare a rifugiati e richiedenti asilo l’accesso ai servizi fondamentali. Inoltre, l’Italia è impegnata per offrire ai rifugiati l’opportunità di arrivare attraverso canali regolari e sicuri come i corridoi umanitari, universitari e lavorativi, le evacuazioni di emergenza ed il reinsediamento, che permettono ai rifugiati di ricostruirsi un futuro in dignità senza essere costretti a intraprendere viaggi pericolosi nelle mani dei trafficanti.

A titolo di esempio sono state reinsediate in Italia 2.805 persone rifugiate dal 2015 ad oggi. A partire dal 2017, inoltre, sono state trasferite dalla Libia attraverso evacuazioni e corridoi umanitari 1.510 persone vulnerabili ed altre 1.300 persone circa seguiranno nei prossimi 3 anni. In Italia, le persone titolari di protezione internazionale alla fine del 2023 erano circa 138.000, i richiedenti asilo 147.000 e oltre 161.000 i cittadini ucraini titolari di protezione temporanea, mentre si stima siano circa 3.000 le persone apolidi.

Il rapporto offre anche una nuova analisi della crisi climatica e di come questa colpisca in modo crescente e sproporzionato le persone costrette alla fuga. Il cambiamento climatico sta esacerbando le esigenze di protezione e i rischi per le persone costrette alla fuga, contribuendo a nuovi esodi, continui e prolungati. Alla fine del 2023, tre quarti delle persone costrette alla fuga vivevano in Paesi con un’esposizione elevata o estrema ai rischi legati al clima.

Articoli correlati

Scopri tutti i nostri servizi e progetti

Il Melograno è anche Formazione