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La genitorialità in carcere: avviata la fase di mappatura della rete del Progetto Link-ed-In

Dic 6, 2024 | Famiglia, Inclusione

Gli operatori della Cooperativa Il Melograno hanno analizzato le connessioni tra detenuti, servizi territoriali e reti informali, con l’obiettivo di migliorare le opportunità di sostegno

Che cosa significa essere genitori in carcere? Una domanda semplice, ma che scuote e porta alla luce un groviglio di emozioni, difficoltà e speranze quando viene rivolta a chi vive questa condizione. La genitorialità in carcere è una dimensione poco esplorata, spesso relegata ai margini delle priorità nei percorsi di inclusione sociale.

Il progetto Link-ed-In – Tessere legami per favorire l’inclusione 2023-2025 si propone di dare una risposta a questa complessa realtà. Realizzato nell’ambito delle iniziative promosse nel quadro della Politica di Coesione 2021-2027, e in particolare del Programma Regionale cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus, il progetto ha avviato una mappatura delle reti di supporto alla genitorialità per i genitori reclusi nella Casa Circondariale di Como. L’obiettivo? Individuare i bisogni, valorizzare le risorse esistenti e rafforzare una rete di sostegno ai genitori.

Il metodo: interviste e mappe relazionali egocentrate

L’iniziativa si inserisce in un progetto più ampio che riguarda l’inclusione socio-lavorativa delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e il supporto alla genitorialità in carcere. Essa mira ad analizzare le connessioni tra detenuti, servizi territoriali e reti informali, con l’obiettivo di migliorare le opportunità di sostegno. Il cuore del progetto è il dialogo diretto con i genitori in carcere, attuato attraverso un approccio innovativo che ne ribalta il punto di partenza. Link-ed-In li ha coinvolti mediante interviste semi-strutturate condotte dagli operatori della Cooperativa Il Melograno. Attraverso i colloqui e con strumenti come le mappe relazionali egocentrate, i detenuti e le detenute hanno condiviso le loro esperienze consentendo di descrivere i legami con i servizi e il supporto ricevuto dai professionisti, dalla rete sociale e da persone esterne alle istituzioni che per loro hanno rappresentato un punto di riferimento.

Maggiore integrazione tra carcere, servizi e comunità

Al completamento della raccolta delle mappe realizzate insieme ai genitori della Casa Circondariale di Como, il progetto prevede un workshop per presentare i risultati agli operatori del territorio. L’auspicio è che questo momento di confronto possa gettare le basi per una maggiore integrazione tra carcere, servizi e comunità, valorizzando le risorse già presenti sul territorio. Un’iniziativa che punta a migliorare non solo le condizioni dei genitori detenuti, ma anche il tessuto relazionale e sociale che li circonda.

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