Daniele De Luca, giornalista professionista, milanista. Dopo una lunga esperienza a Radio Popolare Milano, AGR, CNRMedia e altre collaborazioni da alcuni anni si occupa principalmente di comunicazione istituzionale e ufficio stampa.
Intervista al campione della canoa K1 a Parigi 2024
Sembra incredibile, eppure c’è un paese della Lombardia che da solo ha conquistato più ori olimpici di intere nazioni come Brasile, Argentina o Portogallo. Parliamo di Roncadelle, in provincia di Brescia, novemila abitanti, che di medaglie dal metallo nobile ne ha viste addirittura tre: canoa, pallavolo, judo. Uno dei tre ori di Roncadelle si chiama Giovanni De Gennaro, primo posto nella canoa K1. Lo abbiamo incontrato durante una cerimonia dedicata a tutti i medagliati lombardi in Regione.
Quale immagine ti è rimasta più impressa della tua gara?
«Il momento più bello è stato quando è sceso l’ultimo atleta e ho visto in lacrime i ragazzi che lavorano con me. Quell’immagine mi resterà impressa per sempre nella mente».
E cosa provi nel rivedere la tua gara?
«Non ho mai rivisto la gara. Nemmeno una volta da quel giorno. Non sono ancora pronto, ogni volta che riparte il video lo fermo dopo pochi secondi. L’emozione è troppo forte. Mi piace tenere quel ricordo solo nella mia testa, per ora. Quando riprenderò in pieno la preparazione per le prossime gare allora credo riuscirò a rivedermi. Ora no. Può sembrare strano sono passati dei mesi ma è così».
Il caso di Roncadelle è unico al mondo, eppure venite da un territorio dove come in tutta Italia ci sono grossi problemi di impiantistica sportiva rispetto a tante altre nazioni. Gli atleti italiani partono già svantaggiati ma riescono ad ottenere risultati incredibili. Come lo spieghi?
«Vero, le infrastrutture e gli impianti non sono il nostro forte, ed è un peccato. Dico sempre che chi può investire nello sport dovrebbe farlo. È fondamentale sostenere le società sportive e lo sport in generale. Per fortuna, almeno per il mio sport, è il territorio che mi ha salvato. Abbiamo fiumi, abbiamo laghi. Ma capisco che per tante altre discipline le difficoltà siano ben maggiori. Bisogna investire sulle persone, questo è il punto. La cosa più bella della mia medaglia è stato vedere l’emozione di chi ha creduto in me».
Eppure il tuo è uno sport individuale.
«Non esistono sport individuali, così come nessuno può fare a meno degli altri. Ecco perché credo che sia importante aiutare le società sportive così come realtà come la vostra, il Melograno, le cooperative sociali. Chi ha investito su di me è stato ripagato. Così come sono sicuro che investe nella solidarietà e nel mutoo aiuto sarà sempre ripagato. Bisogna aiutarsi, aiutare le associazioni locali, credere nelle persone, trasmettere la passione. Bisogna sostenere chi crede nell’aiuto reciproco. Per questo credo che lo sport sia molto vicino al concetto di solidarietà e mutuo aiuto, da soli non si va da nessuna parte, anche se il mio è uno sport individuale».
Le tue prossime tappe?
«Da pochi giorni è iniziato ufficialmente il mio quadriennio di preparazione verso le Olimpiadi di Los Angeles. Ora devo riprendere la mia routine da atleta perché una medaglia d’oro ti cambia la vita e gli impegni sono stati molti. A giugno dell’anno prossimo ci saranno gli europei, il mio primo obiettivo in ordine di tempo e poi a fine 2025 i mondiali in Australia. Ma niente ti da l’emozione di una olimpiade».