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Lucano ha battuto Golia

Feb 13, 2025 | Diritti, Lavoro, Migranti

La Cassazione smonta definitivamente il teorema accusatorio contro il sindaco di Riace e il suo modello di accoglienza

Si è sgretolato in Cassazione, così com’era già avvenuto in secondo grado, il processo sulla gestione dei progetti di accoglienza dei migranti a Riace. Quel modello di inclusione e integrazione diffusa, apripista per i sistemi Sprar e poi SAI, che rivitalizzò la cittadina calabrese, non era insomma fraudolento. E Mimmo Lucano, sindaco ed europarlamentare, non ebbe alcun vantaggio personale ma anzi, come avevano sottolineato i giudici in appello smontando le accuse e la condanna choc a 13 anni inflittagli in primo grado, “a ben vedere i dialoghi captati mettono in luce lo spirito di fondo che ha mosso l’imputato, certo di poter alimentare una economia della speranza, funzionale a quella che più volte Lucano ha definito essere la sua mission, ovvero poter aiutare gli ultimi. Una mission tesa a perseguire un modello di accoglienza integrata, ovvero non limitato al solo soddisfacimento di bisogni primari, ma finalizzato all’inserimento sociale dell’ospite di ciascun progetto”.

La Cassazione ha confermato per Lucano la condanna a 18 mesi, con pena sospesa, per il reato di falso in atto pubblico relativo a un atto da poche migliaia di euro per la richiesta di finanziamento per una spesa già effettuata. Un fatto decisamente lieve e marginale rispetto alle accuse di associazione a delinquere, falso, abuso d’ufficio, truffa e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina cadute ora in via definitiva.

Il giornalista Massimiliano Perna ha commentato la notizia su ilmegafono.org.

Mentre si parla di Sanremo, è uscita una notizia molto importante e che va sottolineata: si è chiusa definitivamente la vicenda processuale di Mimmo Lucano, sindaco di Riace, con la Cassazione che ha condannato Mimmo a 18 mesi solo per un falso in atto pubblico legato a cose minime e che peraltro aveva anche autodenunciato. Crolla per sempre, invece, tutto il vergognoso castello di fragili, surreali, forzate, sgrammaticate accuse su di lui, sulla sua credibilità e sul modello Riace che tanta paura ha fatto a chi, a destra, ma anche nel centrosinistra (il solito Minniti), lo ha guardato con rabbia e fastidio, perché dimostrava che il fenomeno migratorio si può governare con umanità e con un vantaggio culturale, sociale ed economico per chi approda e per chi accoglie.

Mimmo, a differenza di altri che oggi vorrebbero sottomettere la magistratura alla politica (così magari di indecenti persecuzioni contro uno scomodo avversario politico ne vedremmo centinaia), ha aspettato, ha avuto fiducia nella giustizia e fede nella sua integrità. E alla fine ha vinto. Una vittoria ancora più grande rispetto a quella giuridica.

“Davide ha battuto Golia”, ha detto. Ancora una volta. Golia ha il volto traversale di un pezzo di politica che detesta chi smentisce la narrazione becera dei migranti come problema o pericolo, una narrazione falsa ma enormemente utile a drogare il consenso e costruire carriere di governo.

Riace ha vinto, Riace adesso può provare a ricostruire quel modello. A Mimmo Lucano dovrebbero arrivare quintali di scuse, ma non accadrà. Però, quello che deve accadere adesso è chiedere conto a chi, giuridicamente e politicamente, ha sguazzato nel fango facendolo schizzare ovunque. E quel conto lo chiederemo ricordando senza sosta i responsabili di tutto questo.

L’articolo completo sul sito de Il Megafono.

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