La città diventa laboratorio europeo della questione abitativa: la visita della commissione speciale Hous del Parlamento europeo
Dal 16 al 18 settembre una delegazione del Parlamento europeo è in missione in Italia per indagare la crisi abitativa. La visita, guidata da Irene Tinagli, presidente della commissione speciale HOUS, prevede sopralluoghi a Milano e Palermo, incontri con autorità locali, associazioni e università.
A Milano il programma include il quartiere di San Siro, i rettori degli atenei e i rappresentanti degli studenti. L’obiettivo è raccogliere dati e testimonianze sullo squilibrio tra domanda e offerta di alloggi, in particolare per le fasce più vulnerabili. I risultati confluiranno in un rapporto europeo atteso nei prossimi mesi.
L’arrivo degli osservatori
Milano riceve l’Europa non per farsi celebrare, ma per farsi osservare. Una delegazione parlamentare attraversa il confine invisibile che separa Porta Nuova da San Siro, e improvvisamente la città vetrina si ritrova esposta come caso di studio. Gli stessi corridoi istituzionali che fino a ieri esibivano la capitale della moda e del design, oggi sfilano nei dintorni palazzi Aler con gli ascensori guasti e gli intonaci cadenti.
Non c’è nulla di pittoresco in questo pellegrinaggio: la missione certifica che Milano è diventata un laboratorio europeo della questione abitativa. I deputati prendono appunti, gli assessori sorridono a denti stretti, i cronisti registrano la solita liturgia. Ma la scena vera è il rovesciamento: la città che amava presentarsi come modello esportabile ora viene letta come caso problematico da monitorare.

Il Quadrilatero Aler di San Siro
Dopo i primi appuntamenti istituzionali, la missione HOUS Milano–Palermo del Parlamento europeo ha visitato il San Siro “San Siro neighbourhood”, il quartiere San Siro. Il programma ufficiale precisava che la delegazione avrebbe svolto sopralluoghi e incontri per approfondire “le condizioni dell’abitare a Milano, con particolare riferimento al patrimonio di edilizia pubblica”. Il Quadrilatero Aler di San Siro, nel comparto di edilizia residenziale pubblica tra via Zamagna, via Civitali, via Mar Jonio e piazzale Selinunte, costruito negli anni Trenta dal regime fascista come quartiere popolare pianificato e che ospita oltre 6.000 alloggi, rappresenta da questo punto di vista un punto d’osservazione significativo a disposizione dei parlamentari europei per mettere a fuoco la crisi abitativa milanese e il suo impatto sulle comunità locali. Anche per la rilevanza che il Quadrilatero ha assunto nelle cronache cittadine tra occupazioni abusive, ritardi nella manutenzione, richieste di riqualificazione rimaste in sospeso.
Gli studenti e la questione degli alloggi
Il programma della missione prevede anche un incontro con i rettori delle università e le associazioni studentesche, dedicato al tema della residenzialità universitaria. Secondo i documenti preparatori, l’obiettivo è raccogliere elementi sulla disponibilità di alloggi per studenti e giovani lavoratori in una città che concentra il maggior numero di iscritti universitari in Italia e attrae migliaia di fuorisede ogni anno.
La questione è stata indicata come prioritaria dalla presidente della commissione, Irene Tinagli, che in un’intervista a Eunews ha sottolineato come “Milano rappresenti un caso emblematico di squilibrio tra domanda e offerta di alloggi, soprattutto per studenti e giovani”.
L’agenda prevede dunque una sessione di lavoro con le istituzioni accademiche, durante la quale saranno raccolte testimonianze e proposte su come affrontare l’aumento dei costi e la scarsità di posti letto. Il tema viene trattato non solo come questione locale, ma come problema europeo, legato alla mobilità studentesca e alla competitività delle città universitarie.
Milano a due velocità
Nel programma della missione, dopo il sopralluogo a San Siro e gli incontri sul tema degli alloggi per studenti, sono previsti colloqui con le autorità comunali e regionali, tra cui il sindaco di Milano Giuseppe Sala e l’assessore regionale alla Casa Paolo Franco.
Secondo le note diffuse dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, l’obiettivo è mettere a confronto il patrimonio di edilizia pubblica con i processi di trasformazione urbana che hanno interessato aree come Porta Nuova e CityLife. Da una parte quartieri popolari segnati da carenze strutturali e conflitti sociali, dall’altra nuovi insediamenti frutto di investimenti privati e operazioni immobiliari internazionali.
La commissione HOUS considera questo divario un punto centrale della sua indagine: Milano viene osservata come esempio di città europea ad alta attrattività economica, ma al tempo stesso con una forte pressione abitativa che incide sulle comunità locali.
Conclusioni della missione a Milano
La missione della commissione speciale HOUS si chiude a Milano con una sessione di sintesi presso la sede del Comune, alla presenza delle autorità cittadine e dei rappresentanti della società civile coinvolti nei sopralluoghi.
Secondo quanto dichiarato dalla presidente Irene Tinagli in conferenza stampa, lo scopo non è elaborare un giudizio immediato sulla città, ma raccogliere elementi per il rapporto europeo sulla crisi abitativa, che sarà discusso a Bruxelles nei prossimi mesi. Milano è stata scelta, insieme a Palermo, come tappa significativa “perché concentra al massimo livello le tensioni tra mercato immobiliare, edilizia pubblica e diritto all’abitare”.
Le osservazioni raccolte confluiranno in un documento destinato a orientare nuove proposte legislative e finanziarie a livello UE, con l’obiettivo di sostenere i Paesi membri nelle politiche abitative. Per Milano, la visita rappresenta il riconoscimento formale di un problema che non è più percepito come emergenza locale, ma come questione europea.
Da modello a caso di studio
La missione europea a Milano presenta un programma fitto e con un taglio istituzionale: sopralluoghi, incontri, audizioni. Il metodo è quello della ricognizione tecnica, utile a raccogliere dati e testimonianze da inserire in un rapporto comunitario. Ma la cronaca lascia trasparire un passaggio simbolico rilevante: Milano non è evocata come modello di crescita urbana, bensì come caso problematico da monitorare.
San Siro, gli alloggi per studenti, il confronto con le nuove aree di sviluppo mostrano una città attraversata da contraddizioni strutturali, che l’Europa sceglie di osservare da vicino. Questo spostamento di sguardo istituzionale — da capitale della rigenerazione a laboratorio della crisi — segna un punto politico che va oltre l’oggetto specifico della missione. Restituire Milano come questione europea significa riconoscere che il tema dell’abitare non è più un capitolo di cronaca locale, ma una delle fratture centrali del presente continentale.