Quando il Conclave è un meme

Mag 9, 2025 | Attualità

Daniele De Luca, giornalista professionista, milanista. Dopo una lunga esperienza a Radio Popolare Milano, AGR, CNRMedia e altre collaborazioni da alcuni anni si occupa principalmente di comunicazione istituzionale e ufficio stampa. 


Per la prima volta la successione di Pietro è diventata anche un fenomeno social

Nel 2013 , quando venne eletto Bergoglio, non eravamo ancora immersi come siamo oggi nella “rivoluzione social”. E così l’extra omnes, la fumata, tutto diventa ‘meme’. Per alcuni un’eresia, per altri l’aggiunta di un po’ di leggerezza a una cerimonia antica con tanti uomini anziani in abito da cerimonia.

Vale tutto. Intanto la voce, non smentita, che molti cardinali si siano messi a guardare il film ‘Conclave’ prima di entrare nella cappella sistina per rinfrescare la memoria sul funzionamento preciso dell’assise. Poi la fumata del comignolo che a volte diventa dei colori della squadra del cuore, a volte azzurra per annunciare che “sì, è maschio”, o altro ancora.

Interessante notare come il rito della ‘fumata’ non sia affatto antico, come molti pensano. È una pratica avviata solo dal 1800, un’inezia per una istituzione con duemila anni di storia. A differenza di oggi, la fumata indicava la mancata elezione del pontefice, mentre l’assenza di una fumata indicava la riuscita elezione.

Il rito

Il primo uso di fumo bianco per segnare un’elezione riuscita e di fumo nero per un’elezione fallita risale al conclave 1914 che terminò con l’elezione di Benedetto XV. Siccome, anche nel 1978, non sempre i ‘fumi’ avevano una colorazione netta, dagli ultimi conclavi alla stufa del 1939 dove vengono bruciate le schede se ne è aggiunta una seconda dove vengono usati dei fumogeni, neri o bianchi. Un po’ come quelli da stadio.

Ma sui social sembra che le ‘fumate’ siano soprattutto quelle di chi a casa consuma qualche sostanza, a giudicare da quello che si vede. Compreso King Donald Trump che pubblica la sua effige da Papa Dollar I. Il nome è azzeccato dal momento che il bipolare furfante della Casa Bianca ha staccato un assegno al Vaticano di 14 milioni di dollari in occasione del funerale di Papa Francesco, quando ha avuto il colloquio a quattr’occhi con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Non dite a Donald che con i soldi non si può comprare tutto, suvvia siate seri.

Una nuova Chiesa?

Il conclave una kermesse social, molti ne sono contenti. Perché così la Chiesa si svecchia, dicono. Oltre agli utenti dei social media – in particolare la generazione Z – che ci hanno regalato il loro punto di vista unico sul rito, Internet ha anche già trovato il suo vincitore: il cardinale filippino Luis Antonio Tagle.

Il cardinale Tagle, 67 anni, è spesso soprannominato il Francesco asiatico per il suo calore, l’apparente affabilità e le sue posizioni progressiste. Nell’ultima settimana sono diventate virali le clip che ritraggono Tagle. Su TikTok è diventato il beniamino di tutti. Un video virale lo mostra mentre scherza sul fatto che conosce solo tre parole polacche: kielbasa (salsiccia), pierniczki (pan di zenzero) e vodka.

Ci sono anche diversi video in cui il cardinale canta Imagine di John Lennon nel 2019. Ma su Tik Tok c’è di tutto. Da Alessandro Borghese che potrebbe ‘rivoluzione o confermare la decisione’, ai cardinali vestiti come piloti di Formula Uno ai paragoni con il Grande Fratello.

La Chiesa diventa più ‘popolare’ o si volgarizza? Peggio ancora, si mescola come qualsiasi altro fenomeno social al flusso magmatico del ‘nulla’, dove anche il Papa, dunque, è solo un ‘meme’? Sara un tema interessante questo della convivenza di ‘ascrio d ofoano su cui si giocherà anche l’immagine del papato di Leone XIV.

Nel dubbio, restiamo umani. (E atei).

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