di Daniele De Luca
Puntuale, ecco il “passaggio del Sanremo” che come da narrazione biblica taglia in due il mare del pubblico televisivo. Chi lo guarda, chi no. E chi non lo guarda passa per “fighetto radical-chic”, in genere. Mentre chi lo guarda sguazza nello stagno nazional popolare senza turbamenti. Bene, esiste anche una terza categoria: chi lo guarda solo come “fenomeno antropologico e sociale”, senza per questo mettersi sul podio a giudicare. Sanremo non è mai stato solo la musica esattamente come lo stadio non è mai stato solo la partita di pallone. Tantomeno è ‘lo specchio del Paese’, per carità.
Un paio di numeri
Partiamo dalla musica, anzi dall’industria musicale. Sanremo è la turbina di un settore di tutto rispetto. L’ultimo rapporto del Global Music Report della Federazione mondiale delle industrie discografiche (IFPI) fa segnare un +9% di crescita globale, per l’Italia +11%. Valore del giro di affari italiano: 370 milioni di euro di fatturato. L’industria discografica è stata capace di bene adattarsi alla transizione digitale, oggi si vince (e si guadagna) con lo streaming a pagamento.
Il segmento streaming rappresenta il 66,7% dei ricavi. Dunque la vetrina di Sanremo è fondamentale perché per un artista un passaggio davanti a dieci milioni di telespettatori non è oro, è di più. Ecco perché per esempio ormai anche la moda aspetta con ansia la kermesse, esattamente per lo stesso motivo. Prova ne sia il delirio scatenato dalle scarpe di Travolta.
Ma certo la musica italiana non è Sanremo. Anzi. Lo sappiamo bene. Io Paolo Conte a Sanremo non me lo vedo, ecco per fare un esempio. Ma essere capaci di realizzare un prodotto musicale che cotto e mangiato riesca ad acchiappare l’attenzione, che lo canticchi senza nemmeno accorgetene mentre fai la doccia il giorno dopo, non è per niente semplice. Quindi complimenti agli artisti che ci riescono.
Madame
Nel mio caso allora, vince Madame. Madame che ha prodotto e co-realizzato il brano di Angelina Mango, che ha una voce pazzesca. Madame che per quanto giovanissima fa già da chioccia a Sangiovanni e per me come armonia, come melodia, come costruzione “Finiscimi” è di gran lunga la cosa più bella e nuova che ho ascoltato. Poi la Mannoia, a proposito di grandi artisti della musica italiana che ebbene si vanno anche a Sanremo. Ecco, l’ho detto. E con la musica chiudo qui.
Sanremo Social Club
E invece, un ringraziamento va rivolto ad Amadeus (mai particolarmente amato ma cresciuto moltissimo e oggettivamente molto bravo) per i passaggi di Allevi e Mannino. La fragilità commossa portata sul palco da Allevi è stata una frustata alle coscienze. Non sentivo un ringraziamento a medici e infermieri da troppo tempo, perché ci siamo già dimenticati tutti delle belle promesse in tempo di pandemia sulla necessità di difendere la sanità pubblica. Oggi pensiamo soprattutto ad armarci, a fabbricare nuovi carri armati, a ipotizzare un esercito più grande e più ‘capace’, a inseguire le guerre degli altri per avere il nostro spicchio di torta. E invece Allevi, tra le altre cose, ha ricordato che la prima vera necessità è che ciascuno possa essere curato al meglio, abbia il diritto di essere curato al meglio, e che nulla è più importante della ricerca medica.
E Teresa Mannino, fantastica mirmecologa sociale. La metafora della formica tagliafoglie è stata strepitosa. Tra l’altro, non solo molte specie di formiche coltivano i funghi, ma sono anche in grado di selezionarli e produrne di diversi tipi a seconda delle esigenze. Non solo, per evitare che crescano funghi tossici utilizzano anche piccole pepite di resina dal forte potenziale antibatterico. Meraviglioso il mondo delle formiche, anche solo per il fatto che il maschio fa una cosa e via, grazie Teresa, gran donna, meriterebbe più spazio.
Eppure… eppure quello che mi sorprende è altro.
A Sanremo non si mangia. Io mi chiedo, ma come è possibile. C’è di tutto a Sanremo. Moda, automobili, crociere, tecnologie, fiori, accessori vari c’è tutto ma non il cibo. Per un Paese come il nostro poi, è inconcepibile. Ma perché nessuno mangia MAI? Cosa ci vuole… basterebbe un angolino con uno chef famoso che prepara qualche stuzzichino… Fiorello con la bocca piena che introduce una gag sulla melanzana che ne so… qualcosa.
Perché, perché a Sanremo non si mangia?
Perché Sanremo è Sanremo!