Se son poveri lasciate che crepino

Gen 31, 2025 | Attualità

Daniele De Luca, giornalista professionista, milanista. Dopo una lunga esperienza a Radio Popolare Milano, AGR, CNRMedia e altre collaborazioni da alcuni anni si occupa principalmente di comunicazione istituzionale e ufficio stampa. 


Undici morti in carcere dall’inizio dell’anno. Delle condizioni dei più deboli, che siano detenuti o migranti, a questo governo non frega nulla

Si chiamava Salvatore Rosano. Era un tramviere dell’ATM di Milano. Negli ultimi anni ha avuto dei problemi, così dice il suo avvocato. Di lui sappiamo non nulla se non appunto che lavoro facesse e che le sue origini, calabresi. Salvatore Rosano è l’undicesimo detenuto che si è suicidato in questo inizio 2025.

Era stato arrestato il 3 dicembre scorso per una rapina che aveva fruttato un bottino di appena 55 euro. Cinquantacinque euro. E pensare che chi ha rubato qualche milione di euro all’INPS tutt’ora lavora indisturbato come Ministro della Repubblica e in carcere non ci andrà mai, ma forse questo è ‘bieco populismo’.

Secondo il legale di Rosano, l’avvocato Rocco Domenico Ceravolo, del Foro di Palmi, “la morte di Rosano poteva essere evitata solo se il magistrato di sorveglianza avesse considerato con il dovuto buon senso quanto gli era stato rappresentato. E cioè che trattavasi di soggetto fragile, com’era stato documentato attraverso la produzione di un’apposita certificazione, e che già quando era in stato di libertà aveva tentato di porre in essere atti della stessa natura. Rosano, tra l’altro, aveva non soltanto restituito il provento dalla rapina, ma aveva anche risarcito il danno alla parte offesa”.

Undici morti in nemmeno trenta giorni

Una strage che continua dallo scorso anno, con 88 detenuti morti in carcere nel 2024. Frega a qualcuno? Al governo sicuramente no. Tanto è vero che fino ad oggi l’unica risposta della Meloni sul tema è stata: “Le carceri sono troppo piene? Facciamone altre”.

La popolazione detenuta ha raggiunto le 62.153 unità al 16 dicembre 2024, a fronte di una capienza effettiva di circa 47.000 posti. Questo porta il tasso di sovraffollamento al 132,6%, con picchi critici in istituti come San Vittore a Milano (225%) e Brescia Canton Mombello (205%). La capienza reale è diminuita negli anni, aggravata dall’incuria e dalla mancanza di manutenzione, rendendo le strutture sempre più fatiscenti e invivibili.

“Se anche nei prossimi tre anni il governo riuscisse a dotare la capienza delle carceri di 7.000 nuovi posti, come dichiarato dalla Presidente Meloni, avremo comunque, ad oggi, almeno altre 8.000 persone detenute senza un posto regolamentare”, dice Patrizio Gonella, presidente di Antigone. E continua: “A questo si deve aggiungere che le persone detenute sono aumentate di oltre 2.000 unità nell’ultimo anno e di oltre 5.000 unità dal 2022. Se il tasso di crescita fosse questo anche nei prossimi tre anni (cosa tutt’altro che impossibile a fronte delle attuali politiche penali) è prevedibile che i 7.000 nuovi posti andranno ad assorbire i nuovi ingressi, lasciando dunque il sistema penitenziario in una condizione di affollamento cronico e drammatico come quello che si registra oggi, con circa 15.000 persone in più rispetto alla capacità del sistema stesso”.

Alla fine, pagano sempre i più poveri. Che stiano nelle carceri, che vengano respinti in mare, che siano spediti illegalmente in “galere” improvvisate in Albania. Che siano torturati e uccisi. Alla fine, pagano i poveri e a questo governo non gliene frega niente.

Scopri le categorie del blog

Articoli correlati

Seguici sui social

Il Melograno è anche Formazione