140 licenziamenti in tronco, colpite famiglie in territori del Sud Milano dove operiamo con i nostri servizi
Licenziamenti in tronco, senza appello, senza cassa integrazione, senza nemmeno l’ipotesi di un ricollocamento o di un piano di ristrutturazione alternativo. La vicenda dei licenziamenti Bystronic ha dell’incredibile (anzi, del vergognoso) e colpisce territori del Sud Milano che ben conosciamo, dove operiamo da anni con i nostri servizi, e una cooperativa sociale come la nostra non può tacere o far finta di non vedere. Per questo esprimiamo la massima solidarietà ai lavoratori di Bystronic.
Parliamo di 140 famiglie che lavorano a Pieve Emanuele e a San Giuliano Milanese. L’azienda ha comunicato i licenziamenti (su 179 lavoratori). L’amministratore delegato di Bystronic, Domenico Iacovelli, ha dichiarato che l’azienda non è disposta a negoziare sulla decisione di chiudere i siti produttivi, il consiglio di amministrazione ha deciso di interrompere le attività in Italia legate alla produzione “customizzata”, preferendo concentrarsi solo sui pezzi standard che generano minori costi di esercizio. I licenziamenti sono considerati inevitabili. Le lettere di licenziamento arriveranno alla vigilia di Natale.
Eppure l’azienda è sana
Eppure, il bilancio 2023 della Bystronic Automation Spa parla di una realtà solida, con un attivo patrimoniale di oltre 26 milioni di euro, immobilizzazioni immateriali (ovvero brevetti e software) per circa mezzo milione di euro, ricavi per oltre 55 milioni, più 10% rispetto al 2022, un calo altrettanto significativo dei costi di produzione, un utile di esercizio di oltre 1,4 milioni di euro. E allora perchè licenziare?
Bystronic, multinazionale svizzera nel taglio laser e piegatura della lamiera, ha acquisito Antil spa nel 2018, finalizzando il controllo nel 2022. Antil era una eccellenza del settore, con macchinari automatizzati capaci di rispondere perfettamente a ogni richiesta, una specie di “sarto su misura” nel taglio delle lamiere per automatizzare le fabbriche metalmeccaniche, ridurre i costi e aumentare l’efficienza. Di fatto Bystronic non comprò un semplice stabilimento per il taglio laser delle lamiere, ma un’azienda che operava per aumentare la produttività attraverso sistemi di automazione. Antil aveva il know-how e la tecnologia per rendere più produttivi i siti di Bystronic, ma i fatti dimostrano che il gigantismo fondato sul principio del massimo profitto non necessariamente genera innovazione, anzi la può castrare, e la produzione di ricchezza non necessariamente “sgocciola” sui lavoratori, anzi produce nuova concentrazione e allarga le disuguaglianze.
L’arroganza del Consiglio di Amministrazione di Bystronic è un segnale pericoloso per tante realtà produttive della Lombardia e non solo. Da ricordare inoltre che il consiglio di Regione Lombardia ha approvato all’unanimità una mozione urgente che impegna la Giunta del presidente Attilio Fontana “a intervenire per evitare la chiusura degli stabilimenti, esplorando tutte le possibili vie per salvaguardare le competenze lavorative e la continuità produttiva dei siti”.