Ogni storia di affido è unica: c’è chi accoglie un bambino per alcuni mesi, chi lo accompagna per anni, chi lo affianca come famiglia e chi lo sostiene da lontano. Ma dietro ogni esperienza c’è un quadro normativo preciso, che distingue diverse tipologie di affido familiare, ognuna con specifiche modalità, tempi e obiettivi.
In questo articolo facciamo chiarezza su quali forme di affido esistono, in quali casi vengono attivate e cosa comportano Se stai valutando questa scelta o vuoi semplicemente informarti meglio, troverai qui una guida pratica, completa e aggiornata.
Quando un bambino viene dato in affido?
Un minore può essere affidato quando, per varie ragioni, non può vivere con la sua famiglia d’origine. Le cause che portano all’attivazione dell’affido sono molteplici e, nella maggior parte dei casi, si tratta di situazioni delicate, spesso temporanee, che richiedono un intervento di supporto e non di giudizio.
Approfondisci qui: Quando e perché un bambino viene dato in affido
Le principali tipologie di affido familiare
Quando si parla di affido, è fondamentale distinguere tra le modalità con cui viene disposto legalmente e le forme concrete in cui si realizza l’accoglienza del minore.
L’affido può infatti essere consensuale, quando è condiviso dai genitori e autorizzato dal giudice tutelare, oppure giudiziario, quando viene disposto dal tribunale per i minorenni in assenza di consenso, in presenza di gravi problematiche familiari. Entrambe le modalità hanno l’obiettivo di garantire la sicurezza e il benessere del bambino, adattandosi alle diverse situazioni che possono emergere.
A seconda delle caratteristiche del nucleo affidatario, l’accoglienza può poi avvenire:
all’interno della rete familiare (affido intra-familiare),
in una famiglia esterna (affido etero-familiare),
oppure in una comunità educativa (affido residenziale), quando non sono disponibili contesti familiari idonei.
Affido intra-familiare
Questa forma di affido prevede che il minore venga accolto da un parente entro il quarto grado, come nonni, zii o cugini. È spesso preferita quando all’interno della famiglia allargata ci sono figure in grado di garantire un ambiente sicuro, affettivo e stabile. L’obiettivo è mantenere una certa continuità relazionale e ridurre il senso di distacco, soprattutto nei casi in cui i legami familiari sono ancora significativi.
Affido etero-familiare
Quando non ci sono parenti idonei o disponibili, il minore può essere accolto da una famiglia selezionata e preparata dai servizi sociali. Questa famiglia può essere composta da coppie sposate o conviventi, con o senza figli, oppure da persone singole. L’affido etero-familiare è la forma più comune di affido ed è considerata una risposta concreta e strutturata al bisogno di protezione dei minori.
A Milano, l’affido etero-familiare è molto diffuso e supportato da una rete consolidata di enti, associazioni e cooperative come Il Melograno.
Vuoi una panoramica completa? Leggi la Guida completa all’affido familiare.
Affido residenziale (in comunità)
In assenza di famiglie affidatarie disponibili o in presenza di situazioni particolarmente complesse, il minore può essere accolto in una comunità educativa o in una struttura autorizzata. L’affido residenziale è una soluzione temporanea e residuale, attivata solo quando non è possibile garantire un contesto familiare. Le comunità offrono un ambiente protetto e strutturato, con il supporto di educatori e professionisti qualificati.
Affido professionale: accoglienza specializzata per situazioni complesse
Accanto alle forme tradizionali, esiste anche l’affido professionale: una modalità che prevede l’accoglienza del minore da parte di persone o nuclei familiari con competenze educative certificate e un percorso formativo specifico. Questa tipologia è pensata per rispondere a situazioni particolarmente delicate, come la presenza di traumi, disturbi comportamentali o bisogni sanitari complessi.
A differenza dell’affido etero-familiare standard, l’affido professionale si configura come un’attività educativa strutturata, per la quale l’affidatario riceve un compenso economico commisurato all’impegno richiesto. È una risorsa preziosa in contesti urbani come Milano, dove la presenza di minori con esigenze particolari richiede strumenti di intervento flessibili ma altamente qualificati.
Come si diventa famiglia affidataria (a Milano)
Per attivare un percorso di affido, bisogna rivolgersi ai servizi sociali territoriali o a enti autorizzati. A Milano, ad esempio, esistono diversi sportelli dedicati che accompagnano le famiglie passo dopo passo.
Il percorso prevede:
- Colloqui conoscitivi e formazione
- Valutazione dell’idoneità
- Inserimento del minore e supporto costante
Scopri il percorso completo: Come si fa ad avere un bambino in affido
Le tipologie di affido familiare sono strumenti preziosi per garantire stabilità e protezione ai minori in difficoltà. Ogni forma ha caratteristiche specifiche, ma tutte condividono un unico obiettivo: assicurare al bambino un ambiente sereno e accogliente in attesa che la sua famiglia possa tornare a occuparsene.
Il Melograno dispone di un proprio servizio di affido interno: se stai valutando l’idea di intraprendere un percorso di affido a Milano, informarti è il primo passo.

