Per Il Melograno la parità di genere non è uno slogan, è una pratica quotidiana. Intervista alla Presidente Mara Cappellini
8 marzo, facciamo rumore. Poca retorica, anzi zero. Parliamo della Cooperativa al femminile con la Presidente Mara Cappellini (nella foto).
Perché si può dire che Il Melograno è una Cooperativa al femminile?
«È una cooperativa al femminile in quanto l’86% dei suoi lavoratori è donna. Inoltre, è rappresentata da un CdA con un presidente (o una presidente) donna oltre a tre consigliere donne su 9 componenti».
Come la Cooperativa Il Melograno tutela la conciliazione tra tempo di lavoro e vita privata delle lavoratrici?
«Sulla base dei bisogni di ciascuna lavoratrice viene disegnato un percorso lavorativo in linea con la gestione del tempo/vita. Questo grazie anche al lavoro di valorizzazione del personale che, negli ultimi anni, la Cooperativa ha deciso di rinforzare, investendo in una risorsa dedicata ai percorsi di ogni singolo lavoratore/ice».
E per quanto riguarda la maternità?
«La maternità è sempre stata sostenuta e vista come un punto di forza della cooperativa, che garantisce alla lavoratrici di poter lavorare in luoghi adatti al particolare momento della vita e di poter rientrare al lavoro dopo il periodo di astensione obbligatorio e facoltativo, garantendo tutti gli istituti previsti dalla normativa. Il coordinatore, attento a tutti questi aspetti, si preoccupa di creare per la lavoratrice incarichi adatti alle esigenze del caso. La cooperativa, in taluni casi, ha proposto a personale con contratto di libera professione una stabilizzazione con contratti di assunzione, proprio una volta appreso dello stato di gravidanza, per poter garantire loro tutte le tutele previste».
Parliamo di soldi. Le donne sono pagate come gli uomini?
«Su questo particolare aspetto mi stupisce sempre la domanda. Perché d’istinto mi verrebbe da chiedere “ma perché dovrebbe essere diverso”? E allora mi rendo conto che nel mio mondo di frutta candita – che è la cooperativa – questo problema, che al di fuori è presente, non c’è. Non ho mai assistito a differenziazioni di retribuzione tra donne e uomini, neanche nei percorsi di crescita interna (che prevedono anche aumenti salariali). Io ne sono un esempio. Sono entrata qui che avevo 29 anni (età a rischio per eventuali maternità). Ciò nonostante ho fatto una crescita professionale e ho avuto anche due splendidi figli».
Puoi farci una fotografia generale della politica di genere della Cooperativa Il Melograno?
«Facendo la cooperativa numerose selezioni di personale, mi rendo conto che ci sono posizioni per le quali si candidano solo donne. E – solitamente – sono le posizioni più “basse”, come ASA/OSS, ma anche ruoli di segreteria. Ma perché? Come se – culturalmente – ci fossero posizioni per le quali gli uomini pensino di valere di più. E questo, perdonatemi, è tutto da vedere, la realtà a me fa pensare il contrario. Molte delle giovani donne che hanno iniziato qui in segreteria, poi sono cresciute professionalmente e sono state spostate in altri uffici (con incremento della retribuzione, del livello e – pensate un po’ – facendo anche dei figli… e la loro posizione è stata mantenuta!). A me tutto questo sembra cosa normale, non eccezionale. Ma forse vivo in un mondo parallelo… nella cooperativa».