Accogliere un minore in affido non significa solo “dare una mano”, ma assumersi una responsabilità educativa e relazionale in un momento delicato della sua vita. Per questo motivo, è naturale chiedersi chi può prendere in affido un bambino, quali sono le condizioni da rispettare e che tipo di percorso sia previsto per diventare famiglia affidataria.
In questo articolo vediamo chi può chiedere l’affido familiare, quali sono i requisiti richiesti, come funziona il processo di valutazione e quali possibilità offre il sistema italiano per chi desidera avvicinarsi a questa scelta.
Se stai cercando una panoramica generale sull’affido, leggi anche la nostra Guida completa all’affido familiare.
Chi può chiedere l’affido familiare
A differenza di quanto si pensi, l’affido familiare non è riservato esclusivamente a coppie sposate con figli. La normativa italiana riconosce che l’idoneità all’affido dipende più dalla qualità della relazione e dalla capacità di accoglienza che dalla composizione familiare.
Possono presentare domanda di affido:
- persone singole;
- coppie sposate o conviventi, con o senza figli;
- famiglie già con figli o che non ne hanno ancora.
In sostanza, chiunque sia in grado di offrire al minore un ambiente stabile, sicuro e affettuoso può essere preso in considerazione dai servizi sociali. La legge non pone vincoli rigidi su età, genere, stato civile o reddito, ma richiede:
- equilibrio emotivo e relazionale;
- buona salute psico-fisica;
- disponibilità a collaborare con i servizi sociali e a mantenere – se possibile – un rapporto con la famiglia d’origine del bambino;
- tempo da dedicare al minore e capacità di costruire una relazione di cura.
Il processo di valutazione è accurato e coinvolge colloqui, visite domiciliari e percorsi formativi. Lo scopo è assicurare che la scelta dell’affido sia solida, consapevole e rispettosa del benessere del minore.
Vuoi approfondire i passaggi necessari? Leggi: Come si fa ad avere un bambino in affido: requisiti, tempi e percorso da seguire
Requisiti e percorso di valutazione
I servizi sociali, insieme al Tribunale per i Minorenni, hanno il compito di verificare l’idoneità della famiglia o della persona che fa richiesta di affido. Questa valutazione comprende:
- colloqui conoscitivi individuali e familiari;
- visite domiciliari per osservare l’ambiente di vita;
- corsi di formazione per preparare l’affidatario a gestire situazioni complesse;
- analisi della rete di supporto (amici, parenti, lavoro).
Una volta completata questa fase, la persona o la famiglia viene inserita in un elenco di potenziali affidatari. Il momento dell’abbinamento con un minore può avvenire dopo poco tempo o richiedere diversi mesi, a seconda delle situazioni.
Per saperne di più sui tempi, leggi: Quanto dura l’affido? Tempi e fasi
È importante sottolineare che l’affido non è un diritto che si acquisisce su richiesta, ma una possibilità che viene valutata caso per caso in base al superiore interesse del minore. L’idoneità non garantisce l’immediata accoglienza di un bambino, né l’abbinamento avviene in automatico.
In alcuni casi, l’affido può anche trasformarsi in un’adozione, se il minore viene dichiarato adottabile e se si è creato un legame significativo con la famiglia affidataria.
Ne parliamo più in dettaglio qui: Affido e adozione: come funzionano e quali sono le differenze
Scegliere di accogliere un bambino in affido è una decisione che richiede attenzione, consapevolezza e responsabilità. Non esistono famiglie “ideali”, ma persone disponibili a mettersi in gioco per offrire ascolto, stabilità e cura in un momento complesso della vita di un minore.
Il primo passo è informarsi, confrontarsi con i servizi del territorio e capire se questa esperienza è in linea con le proprie possibilità, energie e aspettative. Ogni percorso di affido è unico, ma tutti nascono dallo stesso presupposto: garantire al bambino un contesto sereno in cui possa sentirsi accolto, anche solo per un tratto del suo cammino.