Abitare sostenibile, il Piano d’azione nazionale dell’Economia sociale e il Terzo settore

Ott 25, 2025 | Cooperazione

Tra i temi del documento anche quello dell’abitare sostenibile, anche attraverso modelli innovativi di coinvolgimento dei soggetti del no profit. Una via già percorsa dalla nostra cooperativa con il progetto “Prendi Posto”, nato dalla partecipazione al bando del Comune di Milano per il recupero di alloggi pubblici inutilizzati

Un documento di 38 pagine, pubblicato meno di una settimana fa sul sito del Ministero delle Finanze dove rimarrà fino al 12 novembre, a disposizione per la consultazione e gli eventuali contributi dei soggetti ai quali è rivolto il Piano d’azione nazionale dell’Economia sociale.

È la prima volta che si mettono nero su bianco le linee guida di una strategia di promozione del modello economico che afferisce agli enti del Terzo settore e valuta il proprio impatto non sui risultati in termini di Pil ma sulla propria capacità di generare valore, coesione e inclusione. La cooperazione, le organizzazioni del Terzo settore appunto, gli istituti religiosi civilmente riconosciuti, lo sport dilettantistico: queste i quattro sottoinsiemi principali che costituiscono il variegato mondo dell’economia sociale, così come definito dal Piano nelle sue premesse.

Il testo si occupa soprattutto di definire interventi che possano supportare l’azione di queste realtà, da un coordinamento dei vari strumenti istituzionali, da quelli europei a quelli locali, alla rimodulazione della fiscalità, passando per una facilitazione dell’accesso a strumenti e risorse finanziarie, con l’introduzione di un “rating sociale” che sottragga questi soggetti a valutazioni di rischio da parte degli istituti bancari che ad oggi sono totalmente slegate da quella che è la loro peculiarità, cioè il loro patrimonio collettivo e l’impatto sociale.

Ma c’è un’ampia sezione del Piano che si occupa di un tema che la nostra cooperativa ha recentemente approcciato attraverso la partecipazione, unico soggetto del privato sociale, al bando del Comune di Milano per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica a soggetti privati nell’ottica di un loro recupero e di un’assegnazione che potesse rispondere alle esigenze abitative delle fasce di popolazione e di lavoratori che stanno affrontando gli effetti del caro affitti.

Abitare, modelli innovativi di parternariato pubblico-privato

Si potrebbe promuovere il recupero, la rigenerazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico – scrivono i redattori del documento – mediante il ricorso a modelli innovativi di parternariato pubblico-privato con i soggetti dell’economia sociale, valorizzando il know-how, le capacità organizzative e l’attitudine a creare coesione sociale propri di questo settore. A tale scopo, in particolare, potranno essere introdotti strumenti amministrativi idonei a favorire l’assegnazione del patrimonio immobiliare a favore degli enti dell’economia sociale al fine di favorire lo sviluppo delle attività di interesse generale”.

“Prendi Posto”, una via possibile

In pratica si propone di promuovere il coinvolgimento del Terzo settore e non solo nelle azioni finalizzate a contrastare l’emergenza abitativa (“cui devono far fronte lavoratori a basso reddito, studenti e lavoratori fuori sede, anziani e persone con disabilità”, si legge ancora nel Piano), impostando un modello che ricalca , almeno in parte, quel percorso tracciato dal progetto “Prendi Posto” nato dalla partecipazione de Il Melograno al bando “Casa ai Lavoratori” del Comune di Milano. Poi è chiaro che l’idea del progetto della cooperativa varchi i confini dell’housing sociale in quanto tale e affronti il tema più complessivo di una volontà di riempire le parole chiave di un’urbanistica “cosmetica” e riportare sulla ribalta la sostanza. Ma la mission dettata dal Piano va anche in questa direzione.

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