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Chiedete scusa a Mimmo Lucano

Apr 17, 2024 | In evidenza, Inclusione, Migranti

Nessuna truffa, nessun reato. Ha vinto il “modello Riace

Nessuna prova di truffe né dell’esistenza di una associazione per delinquere, ma la certezza che il lavoro di Mimmo Lucano a Riace fosse “teso a perseguire un modello di accoglienza integrata, ovvero non limitato al solo soddisfacimento dei bisogni primari, finalizzato all’inserimento sociale dell’ospite di ciascun progetto”.

Assolvendolo da tutti i reati più gravi per i quali era stato mandato a giudizio, i giudici della Corte d’Appello di Reggio Calabria hanno riabilitato non solo la figura dell’ex sindaco ma anche il “Modello Riace”, finito alla sbarra con lui e i suoi coimputati.

Chi rimborserà ora Mimmo Lucano per questi anni di gogna mediatica e con lui una bella fetta di associazionismo e di reti solidali che in quel modello, giustamente, avevano creduto? Chi deve chiedere scusa per la criminalizzazione del concetto stesso di accoglienza e inclusione?

Per i giudici Mimmo Lucano non si è mai avvantaggiato dal punto di vista patrimoniale attraverso la gestione dei migranti. E non vi è alcun dubbio in merito ai reali intenti solidaristici di Lucano: “Sono indicatori meritevoli di considerazione la personalità dell’appellante (Lucano, ndr), il contesto in cui ha sempre operato, caratterizzato da un continuo afflusso di migranti, l’assoluta mancanza di qualsivoglia fine di profitto, l’indiscutibile intento solidaristico, gli sforzi per portare avanti la propria idea di accoglienza (nelle sue stesse parole, ‘Io devo avere uno sguardo più alto’)”, si legge nelle motivazioni.

Focalizzandosi sulle intercettazioni telefoniche, inoltre, la Corte ha attestato forti criticità sul loro utilizzo. Infatti, “per alcune ipotesi di reato” il Tribunale di Locri “ha dato al fatto una diversa qualificazione giuridica, il che pone il problema” dell’utilizzabilità delle conversazioni “per reati non autonomamente intercettabili”.

Mimmo Lucano è stato sindaco di Riace (Reggio Calabria) dal 2004 al 2018, creando un modello di accoglienza dei richiedenti asilo nella sua comunità diventato noto in tutto il mondo

Il cosiddetto modello Riace, sistema di accoglienza dei richiedenti asilo noto in tutto il mondo, era finito sotto la lente della magistratura in seguito a una relazione prefettizia che ne aveva evidenziato una serie di presunte falle. Il 2 ottobre 2018, infatti, Lucano fu sottoposto agli arresti domiciliari dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Locri con le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e affidamento fraudolento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti a due cooperative della zona, la Eco-Riace e L’Arcobaleno, dall’ottobre 2012 fino all’aprile 2016.

La vicenda ha dell’incredibile. Prima il pubblico ministero aveva chiesto per Lucano una pena di 7 anni e 11 mesi, contestando in totale 15 capi d’imputazione. Poi nel settembre del 2021 il Tribunale aveva inflitto a Lucano una pena di 13 anni e 2 mesi di reclusione, quasi il doppio di quanto chiesto dall’accusa. E ora la totale riabilitazione da parte della Corte d’Appello, ma sui giornali i “titoloni” sono spariti.

Rimane la sofferenza inflitta a una comunità di persone, la distruzione di un’esperienza innovativa e l’impunità di tutti quelli che questa distruzione l’hanno attuata, con strumenti politici o giudiziari, deliberatamente, contro ogni senso comune.

L’iniziativa de Il Melograno per Mimmo Lucano

Noi come Cooperativa Sociale Il Melograno lanciammo nel 2021 una campagna in suo favore, “Un’ora per Mimmo“: i nostri soci e lavoratori potevano donare una o più ore del proprio compenso al Sindaco di Riace. Siamo contenti di averlo fatto. Noi non dobbiamo chiedere scusa a nessuno. Noi.

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