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La rete dei servizi a sostegno della genitorialità in carcere

Set 30, 2025 | In evidenza, Inclusione

Il 26 settembre abbiamo presentato all’interno della Casa Circondariale di Como Bassone i risultati della mappatura realizzata nel corso del progetto Link-Ed-In. Un primo importante passo per il rafforzamento della rete dei servizi sul territorio per garantire la continuità dei legami famigliari e affettivi dopo la carcerazione

All’interno della Casa Circondariale di Como Bassone, nella mattinata del 26 settembre 2025 si è svolto un workshop organizzato dalla Cooperativa sociale Il Melograno, che rappresenta un primo, importante passo verso il rafforzamento e il consolidamento della rete dei servizi del territorio, con l’obiettivo di implementare e migliorare i servizi a supporto della genitorialità in carcere.

Gli operatori sociali – psicologi, assistenti sociali, responsabili di servizi e uffici di piano – e delle realtà del Terzo settore si sono ritrovati per condividere gli esiti di un lavoro di mappatura della rete realizzata nel corso del progetto Link-ed-In che terminerà tra pochi giorni.

Un momento del workshop organizzato dalla Cooperativa Il Melograno presso la Casa circondariale di Como

L’appuntamento promosso dalla nostra cooperativa, insieme al capofila di progetto CSV dell’Insubria, alla Cooperativa Lotta contro l’emarginazione e alla rete dei partner impegnati in Link-ed-In, ha restituito gli esiti di un lavoro condotto nel biennio, su due prospettive complementari: da una parte quella dei genitori detenuti, valorizzati nel ruolo di genitori prima che attori di reato, raccolta attraverso interviste e mappe relazionali che raccontano i bisogni e le fatiche, le speranze e i desideri di continuare ad essere genitori, mantenendo vivo un legame con i propri figli lacerato dalla carcerazione. Dall’altra la voce dei servizi del territorio, in una fotografia che mette in luce le risorse, le prospettive, le potenzialità e i vincoli di una rete ancora fragile, ma capace di rispondere positivamente alla proposta di costruire spazi di raccordo stabili tra carcere e servizi, immaginando insieme strategie e azioni concrete.

Da entrambe le prospettive, quelle dei genitori e dei servizi, emergono bisogni chiari e spazi di miglioramento: il lavoro che ci attende ora sarà garantire continuità al confronto e facilitare la cooperazione tra operatori e servizi all’interno di una nuova progettualità, per dare vita a percorsi capaci di sostenere i genitori, ma anche i figli, attraversati dalla separazione dalla propria figura di riferimento, spesso vittime silenti di un sistema che non vede e non crea spazi per garantire loro la continuità di un legame affettivo dopo la carcerazione.

Tra tavoli di lavoro, proposte di scambi di conoscenza ed esperienza, costruzione di linguaggi e pratiche comuni, il workshop ha messo le basi per una traiettoria di lavoro che va oltre il singolo progetto, che guarda al futuro immaginando una rete territoriale solida, un presidio stabile capace di accompagnare i genitori detenuti e restituire ai figli la possibilità di crescere all’interno di legami significativi.

Un primo passo, certo, ma nella direzione giusta.

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