Alla Comunità il Mandorlo una nuova possibilità di riscatto sociale per un detenuto
I numeri parlano chiaro: in Lombardia, il tasso di sovraffollamento nelle carceri supera il 150%, con picchi che raggiungono il 220% in istituti come San Vittore. Le condizioni disumane all’interno delle carceri sono rese ancora più drammatiche dal crescente numero di suicidi, un segnale inequivocabile del fallimento del sistema attuale. Il carcere non può più essere considerato una “discarica sociale“, ma deve diventare un luogo in cui i detenuti possano reinserirsi nella società attraverso percorsi di rieducazione e formazione.
Come cooperativa sociale crediamo fermamente nei percorsi di recupero e di reinserimento lavorativo dei detenuti. Citiamo allora il caso di Pierluigi, che da qualche settimana collabora con la Comunità il Mandorlo di Milano. Una condanna pesante, con diversi anni in carcere, ma due lauree: una in scienze politiche una in infermieristica. Una persona colta, a detta di tutti molto disponibile.
Ci aiuta in maniera importante sulle piccole manutenzioni, spesso da solo. Per i ragazzi della comunità è una figura importante, sempre disponibile ad aiutare, in particolare quando ci sono dei compiti a casa da fare. Il suo supporto è fondamentale e tutti i ragazzi glielo riconoscono. Pierluigi al momento è una sorta di “jolly”, tra piccoli lavori, commissioni, supporto scolastico. Da gennaio sarà sempre più coinvolto nella vita della comunità. E anche, per lui, più libertà. È una bella scommessa e vogliamo vincerla insieme.