Presidio a Milano in Piazza Duca D’Aosta dalle 18:30
Dieci anni dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013 una mobilitazione cittadina per chiedere che in mare non si muoia più, per superare la legge Bossi-Fini sull’immigrazione, per dire no all’apertura di nuovi CPR.
L’appuntamento è alle 18:30 in piazza Duca D’Aosta.
La Cooperativa Il Melograno è tra le associazioni che aderiscono e invita tutti a partecipare.
3 ottobre 2013, poco lontano dall’Isola dei Conigli a Lampedusa un barcone si ribalta. Il barcone si era fermato vicino alle coste siciliane per un guasto ai motori. Per attirare l’attenzione delle navi in transito, l’assistente del capitano agita uno straccio infuocato, producendo molto fumo. Una parte dei passeggeri pensa che stia andando a fuoco la sala macchine. Panico, urla, spinte. Il barcone si ribalta. Gira su se stesso tre volte prima di colare a picco.
I morti accertati sono 368, 20 i dispersi presunti. È una delle più gravi stragi del Mediterraneo dal dopoguerra ad oggi.
A seguito delle prime operazioni di recupero, 194 cadaveri vengono estratti dalle acque e il numero delle vittime stimato tra i 325 e 363 individui. Altri 108 corpi vengono recuperati il 9 ottobre, quando fu possibile accedere alla parte interna dello scafo dell’imbarcazione poggiata sul fondo a circa 47 metri di profondità. Quando il numero dei corpi recuperati era di 302, 210 di essi appartenevano a uomini, 83 a donne e 9 a bambini. L’11 ottobre il numero dei morti aveva raggiunto i 339. Circa 50 corpi a quel momento erano ritenuti essere ancora dispersi, e le ricerche di ulteriori vittime nella zona continuarono usando aerei e dispositivi robotici. Secondo le dichiarazioni di alcuni sopravvissuti, il barcone avrebbe avuto a bordo 518 persone; il numero risulterebbe dai conteggi dei pulmini che li portavano sul natante a Misurata. Tuttavia, la somma dei 155 superstiti e dei 366 corpi recuperati (360 eritrei, 6 etiopi), dà un totale di 521, a cui potrebbero essere sommati un’ulteriore possibile ventina di dispersi. Secondo la testimonianza del superstite eritreo Mussiie Ghebberhiert, le persone imbarcate erano invece 545, in massima parte eritrei.
Una parte delle vittime viene identificata grazie al lavoro di Cristina Cattaneo e del suo gruppo di lavoro presso il Labanof di Milano, Laboratorio di Antropologia e Odontologia forense.
Qui una sua intervista https://www.famigliacristiana.it/articolo/cristina-cattaneo-la-mia-battaglia-per-dare-un-nome-alle-vite-perse-in-mare.aspx
Solo per la strage del 3 ottobre 2013 e quella, ancora più grave, del maggio 2015, si è attivato un meccanismo di identificazione delle vittime.
Un lavoro fondamentale, soprattutto per i vivi. Perché per le famiglie delle vittime è fondamentale poter esibire un certificato di morte. Significa che un figlio può rivendicare un terreno, una moglie affrancarsi dalla famiglia del marito o dei suoi fratelli, un nucleo familiare ottenere una pensione.
Le bare identificate o meno sono state seppellite in vari cimiteri della Sicilia.
IL COMUNICATO UFFICIALE DELLA RETE NESSUNA PERSONA E’ ILLEGALE
Lampedusa-Milano: 10 anni dopo
Martedì 3 ottobre, Piazza Duca D’Aosta, ore 18:30
Il 3 ottobre 2013 368 persone morirono a largo di Lampedusa.
Sono passati dieci anni. Ancora migliaia di persone sono morte
Il regime dei confini è saldamente sbarcato sull’altra sponda del mare: lager in Libia e pogrom in Tunisia.
In Europa proliferano i fili spinati, i muri, i carceri per migranti: da Ventimiglia ai Balcani, da Ceuta a Calais e nei CPR delle nostre città.
Il 3 Ottobre 2023 La Milano antirazzista, solidale e accogliente, chi pensa che “Nessuna Persona E’ Illegale”, si dà appuntamento in Piazza Duca D’Aosta alle ore 18:30.
Renato Sarti e Valentina Picello leggeranno brani da ‘Naufraghi senza volto’, una produzione del Teatro della Cooperativa basata sul racconto di Cristina Cattaneo e del suo gruppo di lavoro presso il Labanof di Milano, Laboratorio di Antropologia e Odontologia forense, che per mesi hanno lavorato per dare un nome a vittime altrimenti anonime.
Proprio i nomi di quelle vittime saranno letti dalle ‘Donne ad Alta Voce’, un gruppo di cittadine milanesi e del mondo di Villa Pallavicini.
Voci e musiche dall’Africa saranno portate da Michel Koffi, Griot originario del Benin e Zelie Adjo, artista affermata e nota al pubblico, arrivata in Italia dal Togo a 14 anni, cantante, ballerina e attrice. Le parole di Alessandro Leogrande ci giungeranno invece con la voce delle studentesse della Rete Scuole Senza Permesso.
Un momento di commemorazione, con reading teatrali, canti africani, letture di testi e dei nomi di chi è stato ucciso dal mare e dall’indifferenza. Un momento che possa servire a cercare insieme la strada per superare questa fabbrica di morte per cui la storia giudicherà la nostra epoca.
Rete Nessuna Persona È illegale