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Non chiamatelo “doposcuola”: a Senago portiamo un percorso di crescita

Gen 31, 2025 | Scuola, Servizi

“Da dove vengo” è il progetto educativo rivolto a bambine e bambini

Il servizio parascolastico, comunemente detto “il doposcuola”, viene spesso inteso come un mero servizio dedicato alla custodia del minore. A Senago succede qualcosa di diverso. La nostra Elisabetta Vecchi, a capo della équipe di educatori, ha pensato a un macrotema su cui sviluppare le attività del biennio e rendere così il tempo della scuola come un tempo di vita a tutti gli effetti e non a uno spazio bianco tra le lezioni e il rientro a casa. 

“Una storia per diventare grandi” è il concetto (e la prassi) che caratterizza questo progetto che promuove la continuità dei temi educativo-didattici.

Ma che cosa vuol dire “diventare grandi” per bambine e bambini della scuola primaria?

«Significa in primo luogo iniziare ad avere contezza di sé stessi. Fanno parte di una storia, a tratti già scritta, a volte da scrivere in prima persona».

E come si fa?

«Prima di tutto, prendendo del “tempo”. La vita dei bambini oggi è schiacciata da tempistiche rigorose e sempre più stressanti, spesso rimbalzano tra impegni e assuefazione da dispositivi digitali, il quotidiano è frenetico, ripetitivo, a volte alienante. Quindi il primo passaggio è “dare tempo al tempo”. Sembra un concetto forse troppo elevato, ma la verità è che i bambini vivono quello che viviamo noi, siamo solo noi a dover calare il nostro linguaggio all’essenziale e a doverci “chinare” sulle loro modalità. Di fondamentale importanza è ricordare che i bambini non vanno “riempiti” di attività da fare, c’è bisogno che sia data a loro la possibilità mentale ed emotiva per far propria una esperienza, nella pace e nel rispetto dei tempi di ciascuno».

Come si svolge il servizio?

«Il pre-scuola sarà certamente dedicato alla accoglienza del bisogno specifico del bambino, lasciando che ci sia una delicatezza nell’inizio di giornata. Quindi la strutturazione effettiva delle attività sarà durante i post scuola. Cosa significa diventare grandi, dicevamo? Su questo viene strutturato il lavoro. Ed ecco che si lavora sul piano senso-motorio, sul piano linguistico, su quello simbolico, sulla immaginazione. Si tratta quindi di un percorso educativo che mantiene un unico filo conduttore in ogni attività, per dare spazio alla individualità del singolo che non potrebbe in alcun modo emergere se non in mezzo agli altri. Le differenze fanno parte di un bagaglio culturale già acquisito, che è superfluo sottolineare. Per questo a nessun bambino si porrà il tema della propria “origine”: fa parte della sua storia, le differenze sono un valore aggiunto, non una qualità specifica.  La scuola, insomma, diventa anche un momento di vita e di crescita a sé stante, dove ogni persona riesce a respirare sé stessa».

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