12 settembre, primo giorno di scuola anche per decine di minori stranieri ospiti dei centri di accoglienza straordinaria (CAS), soprattutto di cittadinanza ucraina ma non solo.
La Cooperativa Sociale Il Melograno segue direttamente 40 ragazze e ragazzi fuggiti dall’Ucraina. Oggi per loro una giornata davvero importante, inizia un nuovo ciclo di integrazione tra tante difficoltà. La lontananza dai propri affetti e dai propri amici, la comprensione della lingua e soprattutto l’adeguarsi al sistema scolastico italiano; in Ucraina infatti l’educazione superiore è strutturata in maniera differente, i cicli di studi sono diversi con tre livelli per 12 anni di frequenza (4 anni di primaria, 5 di secondaria inferiore, 2/3 anni di liceo.
La ‘mappa’ de Il Melograno nel milanese vede 3 ragazzi ospitati nei nostri progetti di accoglienza a Pantigliate, 7 a Peschiera Borromeo, 5 a Opera, 6 a Lacchiarella, 1 a Basiglio, 3 a Rozzano, 2 a Zibido San Giacomo, 1 a Vernate, 9 a Sesto San Giovanni. Dei 40 ospiti minorenni ucraini, la metà sono ragazze.
Dove sono i mediatori culturali?
A queste difficoltà di inserimento si aggiunge la mancanza di mediatori culturali: nelle scuole i ragazzi stranieri devono imparare da soli, spesso manca qualsiasi supporto per facilitare la comprensione della nostra lingua.
Ancora peggio quando questi ragazzi vivono condizioni di disabilità. Le loro difficoltà sono ancora maggiori. E, purtroppo, non si tratta di casi rari.
Infine, dettaglio non di poco conto, l’insicurezza per il futuro.
I permessi speciali di soggiorno andranno a scadere il prossimo 31 dicembre. Sarà con ogni probabilità il nuovo Governo a dover decidere se e come prorogare lo status di rifugiati garantito a questi ragazzi, in particolare ai minori.
Ma attenzione, non ci sono solo ragazzi e ragazze di origine ucraina. Ci sono anche decine e decine di minori provenienti da altri paesi, con alle spalle storie terribili di sfruttamento, di fuga dalla fame e dalla siccità, di violenze subite.
Anche per loro inizia un nuovo anno scolastico. Con un’aggravante, però: non sono di pelle bianca. E per loro, in fuga da guerre e violenze meno presenti sui media italiani, il futuro è ancora più incerto.