Francesco Gatti, cooperatore sociale dal 2000, nell’ambito della sua professione si è occupato di inserimento al lavoro di persone fragili nel ramo ecologico e ambientale. Responsabile Tecnico presso l’Albo Nazionale Gestori Ambientali, dal 2023 fa parte del Comitato di Coordinamento della Comunità del cibo del Parco Agricolo Sud Milano. Appassionato di geografia e storia contemporanea, in Cooperativa ricopre la carica di vice presidente.
L’assemblea regionale di Legacoopsociali al Litta di Milano ha rimesso al centro la capacità delle Cooperative di creare reti condivise. Anche la nostra Presidente Rossella Pesenti tra i delegati per l’assemblea nazionale
Il confronto e la “contaminazione” tra i vari settori della cooperazione e tra le singole cooperative per dare risposte ai bisogni e intercettare nuovi “orizzonti”; restare insieme – anche con tutte le contraddizioni – anche frequentando i luoghi di pensiero dedicati.
Questo uno degli elementi più importanti emersi dalla sesta assemblea congressuale delle cooperative sociali di Legacoop Lombardia, tenutasi presso il Teatro Litta di Milano, con il fine di eleggere la delegazione per il congresso nazionale di Legacoop del 28 e 29 prossimi.
Il filo conduttore dell’assemblea, riassunto negli interventi di Attilio Dadda, Marta Battioni, Eleonora Vanni e Massimo Ascari, è stato quello dei rapporti con le Pubbliche amministrazioni e del giusto riconoscimento economico dei servizi erogati dalle cooperative sociali, dell’andare oltre i particolarismi e fare sistema.
I lavori assembleari sono stati aperti da Attilio Dadda, che nel suo intervento ha sottolineato la necessità di tenere insieme la qualità del lavoro espressa dalla cooperazione sociale con la tenuta economica delle cooperative. Il riferimento è alle pubbliche amministrazioni e al giusto riconoscimento economico e all’adeguamento del costo dei servizi erogati dalle cooperative. La soluzione non è in ogni caso rappresentata dal rincorrere le Pa, ma piuttosto dalla messa a sistema di tutti i settori della cooperazione in una logica di nuovi sviluppi, nuovi servizi e nuove attività: non sono più i singoli settori, ma tutta la cooperazione che deve guardare a un sistema.
A tal fine diventano importanti, a parere di Dadda, il confronto e la “contaminazione” tra i vari settori della cooperazione e tra le singole cooperative per dare risposte ai bisogni e intercettare nuovi “orizzonti”; restare insieme – anche con tutte le contraddizioni – anche frequentando i luoghi di pensiero dedicati. Contrastare la narrazione che descrivono la cooperazione sociale quali luoghi di basso livello rispetto alle PA e di basse retribuzioni.
A parere di Marta Battioni, l’obiettivo attuale della cooperazione sociale deve essere quello di recuperare il proprio ruolo di protagonismo quale agente di welfare per rispondere ai bisogni delle comunità e di intercettare i diritti delle persone e perseguirli attraverso i servizi svolti dai lavoratori delle cooperative.
Il lavoro è il cuore della cooperazione sociale e il rinnovo del CCNL va in questa direzione, ma non è ancora abbastanza, bisogna fare i conti con la sostenibilità economica.
Il lavoro è il cuore della cooperazione sociale e il rinnovo del CCNL va in questa direzione, ma non è ancora abbastanza, bisogna fare i conti con la sostenibilità economica. Uscire dall’angolo della concertazione che vuole intendere la cooperazione quale mera esecutrice di servizi. La coprogettazione e la coprogrammazione sono strumenti importanti per il lavoro della cooperazione, anche se finora non è stato così nel rapporto con la PA, interlocutore primario.
Occorre costruire un modello di nuove alleanze, non solo con le realtà che stanno fuori dalla cooperazione, ma anche all’interno della cooperazione stessa, dei suoi vari settori, dei diversi territori a livello regionale e nazionale.
La cooperazione sociale rappresenta una parte della società e dell’economia alternativa, ma c’è scarsa conoscenza e cultura della cooperazione. Occorre recuperare la fascinazione che la cooperazione sociale ha avuto in passato, in un contesto in cui i bisogni delle persone sono in crescita.
Anche per Eleonora Vanni il rapporto con le Pa rappresenta una criticità per la cooperazione sociale, in un contesto caratterizzato da profondi cambiamenti, tra tutti, i nuovi approcci al lavoro dopo la pandemia e lo sviluppo delle nuove tecnologie. La Pa è demotivata e meno competente rispetto al passato e molto simile al contesto della società odierna: l’individualismo. L’amministrazione condivisa dei servizi non deve essere intesa come la relazione tra un soggetto che risparmia e un altro che introduce le proprie competenze e risorse. Rivedere e aprirsi a nuove alleanze, con la PA, l’università, la ricerca, la tecnologia, a quella finanza che si sta aprendo alla cooperazione sociale, a quel profit che si pone obiettivi sociali – non come strumento di marketing – e si organizza per raggiungerli. La cooperazione sociale deve recuperare la leadership di imprenditoria generatrice di benessere economico e sociale.
Al workshop “Lavoro sociale. Quale futuro dal quotidiano?” sono intervenuti Sara Depedri, ricercatrice dell’istituto di ricerca Euricse di Trento, che ha presentato un’interessante ricerca intitolata “Lavorare in cooperativa oggi. La voce dei nuovi professionisti della cura e il turn-over nelle imprese sociali”; Bruno Ceccarelli presidente di Insieme Salute che ha descritto, in modo autocelebrativo, il valore delle mutue sanitarie per il benessere dei lavoratori; Caterina Giudicianni di Koinè (“Il lavoro sociale come pratica quotidiana”).
Il Workshop è stato chiuso dall’intervento di Massimo Ascari, vicepresidente di Legacoop sociali e candidato unico alla presidenza nazionale, già presidente della cooperativa sociale Gulliver di Modena: conferma le criticità dei rapporti con la Pa (“il peggior datore di lavoro delle cooperative sociali”) e dell’adeguamento delle tariffe; l’attenzione ai bisogni primari dei lavoratori deve urgentemente tornare nell’agenda di Legacoopsociali. Ascari ha concluso il suo intervento affermando che la cooperazione deve lavorare e agire come lobby, nel senso anglosassone del termine.
La nostra presidente Rossella Pesenti è stata eletta tra i 18 delegati che a Roma il 28 e 29 novembre rappresenteranno la Lombardia all’assemblea nazionale di Legacoopsociali. A margine del convegno sono intervenuti Rossella Reverdito, presidentessa della cooperativa sociale Pandora; Marco Lampugnani di Equa; Valentina Vecchio di Evoluzione, cooperativa di recente costituzione e affiliazione; Francesco Luoni de Il Portico; Ermanno Nardi di Industria scenica.